SALUTE

Obesità, diabete e cancro: scoperte le ragioni genetiche della loro correlazione

Chi finisce per diventare obeso si espone alla quasi certezza di sviluppare una o entrambe queste patologie. A confermarlo 38 geni in comune fra queste malattie.

Diventare fortemente sovrappeso o obesi sviluppa geni che si sovrappongono perfettamente con quelli che esprimono la predisposizione al diabete e allo sviluppo del cancro alla mammella. Crediti immagine: Pixabay

SALUTE – È cosa nota oramai in letteratura che l’obesità è strettamente correlata con l’insorgenza del diabete di tipo 2 – circa la totalità degli obesi sviluppa il diabete – con maggiori tassi di infertilità e con alcuni tumori. La maggior parte delle donne obese prima o poi riceve una diagnosi di cancro alla mammella. L’obesità sta inoltre superando il fumo come principale causa di morte prematura ed è responsabile di oltre il 70% dei casi di diabete.

Ma se fino ad ora si trattava di singoli studi che avevano messo in luce a livello clinico ed epidemiologico queste correlazioni, oggi una ricerca tutta italiana condotta del Centro della Complessità e dei Biosistemi (CC&B) dell’Università di Milano 
e pubblicata su Nature, ha identificato per la prima volta la firma genetica comune a obesità, cancro alla mammella e diabete. Una solida conferma insomma di questa relazione fra obesità diabete e cancro, ma per la prima volta a livello di espressione genetica.

In altre parole, diventare fortemente sovrappeso o obesi sviluppa geni che si sovrappongono perfettamente con quelli che esprimono la predisposizione al diabete e allo sviluppo del cancro alla mammella. Studiando tutte le linee genetiche degli individui obesi, di chi ha sviluppato un tumore alla mammella e dei diabetici, utilizzati come gruppo di controllo, è emerso che ben 38 geni sono perfettamente sovrapponibili, il che significa una fortissima correlazione fra l’obesità e queste malattie.
Si tratta di una scoperta importantissima perché chiarisce una volta di più quanto la vera chiave di volta nell’insorgenza delle malattie croniche sia rappresentata dalla prevenzione: ora è più che mai evidente che chi finisce per diventare obeso si espone alla quasi certezza di sviluppare una o entrambe queste patologie. Un rischio quindi definito a livello genetico: non dalla nascita ma legato alle nostre scelte.

La forza del lavoro è stata quella di aver sviluppato un metodo per comparare e riunire in un unico grande database moltissimi dati provenienti dagli studi più importanti sull’argomento, “Si tratta di un’operazione non semplice, dal momento che ogni studio assume un campione diverso per periodi diversi e produce dati difficilmente comparabili” spiega a OggiScienza Caterina La Porta, membro del CC&B e docente di patologia generale al Dipartimento di scienze e politiche ambientali dell’Università di Milano. “È come se avessimo a che fare con una serie di piani orientati in modo diverso – ognuno dei quali rappresenta nella metafora un dataset di uno studio fra quelli che abbiamo esaminato – e fossimo riusciti a orientarli tutti nella stessa direzione”.

Un altro aspetto importante di questa ricerca è che i ricercatori non hanno scelto a priori quali geni considerare. “Noi qui abbiamo studiato tutti i geni coinvolti nel vari studi, senza alcuna distinzione – continua La Porta – appunto per evitare il bias della scarsa significatività che spesso caratterizza questi studi, dove siamo portati a scegliere una strada a priori. Il risultato è una significatività molto alta dei nostri risultati. Un modo di procedere in qualche modo analogo alla ricerca del noto Bosone di Higgs: i 38 geni risultati sovrapponibili fra la linea genetica degli individui obesi, dei malati di cancro alla mammella e dei diabetici sono emersi spontaneamente dalla nostra ricerca, non avevamo deciso a priori di osservare proprio questi” conclude La Porta.

Che si tratti di modifiche genetiche portate proprio dall’obesità e non dalla nascita lo conferma anche un altro studio, pubblicato in concomitanza a questo su Nature, questa volta su BioRkiv, dal titolo “Is obesity a genetic disease? Human obese transcriptome analysis in monozygotic twins” che esamina il genoma di coppie di gemelli, uno dei quali obeso e l’altro no, per capire se – come dice il titolo – l’obesità è o meno una malattia genetica. La risposta è stata anche qui negativa: non vi sono dei geni “dell’obesità” che una persona si porta dietro alla nascita, ma dipende dallo stile di vita del singolo, come dimostra il fatto che fra due persone con profilo genetico praticamente identico come due gemelli, di fatto una può diventare obesa e l’altra no.

“Questa strategia di analisi potrebbe venir utilizzata anche per studiare altre patologie, cosa che abbiamo già iniziato a fare – conclude La Porta – consentendo di sfruttare con maggior accuratezza l’enorme quantità di dati accumulati nella letteratura biomedica”.

@CristinaDaRold

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.