Morbillo: Italia quinta nel mondo per numero di casi
Oltre 4204 casi confermati secondo i conteggi OMS: peggio di noi solo India, Nigeria, Pakistan e Cina.
ATTUALITÀ – Senza dubbio non siamo davanti a un’epidemia di morbillo mai vista. Come sottolineavamo qualche mese fa commentando i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, l’aumento del numero di casi è ciclico: i picchi dei primi mesi del 2017 si erano registrati anche nel 2014.
Eppure non possiamo rimanere indifferenti davanti ai dati pubblicati dall’OMS circa l’incidenza del morbillo nel mondo nel 2017, che mostrano che il nostro Paese è quinto per numero di casi clinicamente confermati: oltre 4204 casi confermati secondo i conteggi OMS (precisamente 4575 casi segnalati dall’inizio dell’anno di cui 4 morti, riporta il bollettino di Epicentro aggiornato al 24 settembre). Peggio di noi solo India, Nigeria, Pakistan e Cina, e consideriamo che l’Italia ha una popolazione molto minore rispetto a questi Paesi.
L’età mediana alla diagnosi nel nostro paese è di 27 anni, ma l’incidenza maggiore si è verificata nei bambini sotto l’anno di età, e solo nel 2017 si contano 300 casi di morbillo fra operatori sanitari. Si tratta di dati che mettono nero su bianco che in Italia siamo di fronte a un problema, anche solo rispetto al resto dei Paesi europei. Il secondo Paese europeo che incontriamo nella lista è la Romania, al settimo posto con 3117 casi, seguita dall’Ucraina all’11esimo posto con 1371 casi. Nel gruppo dei Paesi “ricchi” a cui apparteniamo, incontriamo la Germania solo al 17esimo posto con 796 casi, Belgio e Francia al 26esimo e 27esimo posto rispettivamente con 259 e 352 casi confermati, cioè meno di un decimo dei nostri.
Si ammalano dunque meno di noi, e la ragione è semplicissima: perché si vaccinano di più. Sempre secondo quanto ci mostrano i dati OMS, la differenza fra noi e gli altri Paesi come Regno Unito, Francia, Germania, Norvegia, Belgio, Svezia e Spagna sta nella percentuale di bambini vaccinati. In Germania addirittura il 97% dei bambini di un anno nel 2016 aveva ricevuto la prima dose di vaccino, contro l’85% dei bambini italiani. Ricordiamo a questo proposito i dati di Epicentro che citavamo in precedenza: l’incidenza maggiore di nuovi casi nel 2017 si è verificata nei bambini sotto l’anno di età.
Non è un caso dunque che l’Europa sia allarmata dalla situazione italiana, che pur non essendo un’epidemia, è comunque un contesto in cui il morbillo è definito endemico, cioè costantemente presente, come emerge dal recente Rapporto della Commissione regionale europea di verifica per l’eliminazione di morbillo e rosolia, presentato dall’OMS a Bucarest lo scorso giugno. Il rapporto fa il punto al 2016 sui Paesi che sono riusciti a eliminare il morbillo, e quelli che invece sono ancora molto lontani dal farlo (vedi immagini sotto). L’Italia ovviamente appartiene a quest’ultimo gruppo, di Paesi in cui cioè il morbillo continua a colpire con momenti particolarmente virulenti, come è stato il 2017. Con noi Belgio, Francia, Georgia, Kazakhstan, Romania, Serbia e Ucraina. La presenza di Belgio e Francia, citati in precedenza come esempi migliori di noi, non deve stupire: una cosa è dire che il morbillo è ancora endemico, cioè non è stato ancora eradicato, altra cosa è avere numeri così elevati come quelli italiani, frutto di una paura irragionevole che si alimenta di dati falsi, soprattutto in rete. Il vaccino per il morbillo è sicuro ed efficace, oltre che purtroppo ancora necessario: il morbillo è infatti una malattia grave, tanto che continua a essere una delle prime cause di morte infantile in Africa, dove i servizi sanitari sono spesso latitanti.
E mentre noi ancora ci ammaliamo e moriamo di morbillo, 33 Paesi su 53 della Regione Europea hanno finalmente debellato la malattia. E lo hanno fatto vaccinandosi.
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