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Su Nature il primo atlante molecolare dei vasi sanguigni del cervello

Una risorsa che fornirà nuove conoscenze sulle funzioni delle diverse cellule e della barriera emato-encefalica e indizi su quali tipi di cellule sono coinvolti in diverse malattie.

“Per la prima volta siamo stati in grado di mostrare in dettaglio come la barriera emato-encefalica differisce tra i vari tipi di vasi sanguigni cerebrali”. Crediti immagine: Pixabay

RICERCA – Le malattie cerebrovascolari sono oggi la terza causa di morte più comune nei paesi sviluppati, ma abbiamo ancora una conoscenza piuttosto limitata sulle cellule che compongono i vasi presenti nel nostro cervello, e su come si differenziano rispetto alle cellule che costituiscono il resto dei vasi sanguigni del nostro corpo. Questo perché a differenza del resto dei vasi, nel cervello abbiamo la cosiddetta barriera emato-encefalica, che agisce come una sorta di filtro che deve bloccare alcune sostanze portate dal sangue, che altrimenti sarebbero dannose per il nostro sistema nervoso centrale. È sempre più chiaro infatti che problemi nella funzionalità della barriera emato-encefalica sono alla base di molte malattie.

I ricercatori del prestigioso Karolinska Insitute svedese e dell’Università di Uppsala, hanno pubblicato su Nature il primo “atlante” delle cellule che compongono i vasi sanguigni cerebrali, fornendo nuove conoscenze sulle funzioni delle diverse cellule e della barriera emato-encefalica e indizi su quali tipi di cellule sono coinvolti in diverse malattie. Geni con funzione nota o presunta in diverse patologie del cervello possono ora essere associati a specifici tipi di cellule nel sistema vascolare cerebrale.

Utilizzando una tecnica relativamente nuova di sequenziamento dell’RNA di ogni singola cellula, i ricercatori hanno suddiviso nei vasi sanguigni di topi adulti le singole cellule, che sono state poi  mappate una per una in base ai loro modelli di espressione genica e confrontate. Infine, la mappa molecolare è stata abbinata all’anatomia corrispondente nelle analisi tissutali utilizzando marcatori specifici.
“Per la prima volta siamo stati in grado di mostrare in dettaglio come la barriera emato-encefalica differisce tra i vari tipi di vasi sanguigni cerebrali” spiega il primo autore dello studio Michael Vanlandewijck.

Si è pensato per lungo tempo che la barriera emato-encefalica fosse costituita da cellule endoteliali specializzate nei vasi sanguigni, mentre questo nuovo studio mostra che probabilmente ci sono molti altri tipi di cellule coinvolte nel suo mantenimento. I ricercatori sono stati anche in grado di stabilire l’identità molecolare di un altro tipo di cellula presente nella parete vascolare, nel tessuto connettivo e situata in uno spazio ristretto appena fuori dai vasi sanguigni.

“Questo spazio si pensa agisca come il sistema linfatico del cervello, quindi sarà incredibilmente interessante studiare ulteriormente queste cellule usando i marcatori che abbiamo trovato” continua Vanlandewijck.

“Abbiamo già risultati che indicano che molti più tipi di cellule di quanto si pensasse in precedenza sono coinvolti in malattie neurovascolari come il morbo di Alzheimer e il tumore al cervello”, afferma il professor Betsholtz. “Siamo ora in grado di studiarlo sistematicamente in diverse malattie con lo stesso tipo di analisi che abbiamo usato in questa ricerca.”

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.