ATTUALITÀ

Addio a Stephen Hawking

Il celebre astrofisico ci ha lasciati: uno scienziato “pop” ha contribuito a svelare i misteri dell’universo e dei buchi neri, ma ha anche saputo catturare l’attenzione del grande pubblico e affrontare con ironia la sua malattia, la scienza e la vita

Lo scienziato ha dato il via ad una ricca attività di divulgazione scientifica, fatta di saggi ma anche di libri e racconti per ragazzi; è stato anche uno scienziato “pop” grazie alle molte apparizioni in tv nel ruolo di sé stesso. Crediti immagine: Jim Campbell/Aero-News Network, Wikimedia Commons

ATTUALITÀ – Il celebre astrofisico Stephen Hawking si è spento oggi, 14 marzo, all’età di 76 anni. Scienziato, divulgatore e personaggio pubblico che ha fatto della ricerca in campo cosmologico e matematico la sua vita e la sua missione. Ad Hawking infatti non si devono solo importanti teorie sull’universo e sui buchi neri, ma va riconosciuta anche la grande capacità di aver portato l’astrofisica e il cosmo nella vita di tutti i giorni, con i suoi libri e le sue apparizioni in televisione. Una figura di scienziato in grado di parlare e conquistare non solo i suoi colleghi ma anche il vasto pubblico e rilanciare l’interesse per quel cielo, aiutandoci a guardarlo sempre con occhi nuovi e curiosi.

Hawking è nato a Oxford l’8 gennaio 1942, a 300 anni esatti dalla morte di Galileo Galilei, e si è spento il 14 marzo, a 130 anni dalla nascita di Albert Einstein. L’astronomia e la cosmologia sembravano dunque essere già scritte nel suo destino anche se il padre Frank Hawking, specializzato in medicina tropicale, sognava per lui una carriera in medicina. Lo scienziato ha frequentato l’università di Oxford, dove anche la madre Isobel Eileen Walker ha studiato economia, filosofia e politica negli anni ‘30, quando le donne ammesse erano ancora in poche. Proprio all’università è passato da essere uno studente “svogliato”, come lui stesso si definiva raccontando di aver imparato a leggere a 8 anni, a passare sui libri ore e ore, sempre più incuriosito dalla matematica, dalla fisica e dai misteri dell’universo.

Dopo la laurea, per Hawking si sono aperte le porte del mondo accademico con un posto nell’Università di Cambridge, dove è stato professore ordinario di matematica per 30 anni dal 1979 al 2009, cattedra che fu a sua volta di Isaac Newton. Poi lo scienziato è divenuto direttore del Dipartimento di Matematica Applicata e Fisica Teorica di Cambridge. La sua fama e le sue capacità lo hanno consacrato come membro importante della comunità scientifica, tanto che faceva parte della Royal Society, della Royal Society of Art e della Pontificia Accademia delle Scienze. Non sono mancati poi per Hawking i premi e le onorificenze, come la Medaglia presidenziale della libertà che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama gli ha donato nel 2009. A lui sono stati poi dedicati anche l’asteroide 7672 Hawking e un’orchidea.

La vita del celebre astrofisico è stata segnata dalla malattia degenerativa dei motoneuroni i cui primi sintomi sono apparsi nel 1963, quando stava ultimando gli studi nell’università di Cambridge. La prima diagnosi fu di sclerosi laterale amiotrofica, SLA, e i medici gli diedero appena due anni di vita. Una prognosi che sembrava una condanna e che lo spinse a concentrarsi sugli studi per raggiungere i suoi obiettivi, come lui stesso aveva spiegato più volte: “Quando hai di fronte l’eventualità di una morte precoce, realizzi tutte le cose che vorresti fare e che la vita deve essere vissuta a pieno”.

La malattia, però, si è rivelata più lenta del previsto e la forza e l’ironia con cui Hawking l’ha affrontata gli hanno permesso non solo di raggiungere i suoi obiettivi, ma di gettarsi sempre con impeto e fiducia in nuove sfide sia nel mondo della ricerca che al di fuori. Uno scienziato geniale, che con le sue teorie ha contribuito a svelare il puzzle dell’universo, e uno scienziato “popolare”, che con i cameo in televisione e i suoi libri ha saputo attrarre il grande pubblico verso la cosmologia.

Se pensiamo all’Hawking scienziato, sono tante le teorie elaborate per spiegare l’evoluzione dell’universo. I principali campi di ricerca sono stati per l’astrofisico la teoria cosmologica e la gravità quantistica, concentrandosi a partire dagli anni Sessanta – insieme al collega e amico Roger Penrose – sulle equazioni di campo della teoria della relatività generale. Uno studio che permise di stabilire nel 1971 che i buchi neri non erano singolarità limitate, ma oggetti ben più comuni nel nostro universo, e provò che il cosmo aveva avuto origine dal Big Bang. Proprio il lavoro con Penrose nel 1988 valse ai due scienziati il Premio Wolf per la fisica, un importantissimo riconoscimento al contributo dato nello studio della fisica dei buchi neri.

Proseguendo nei suoi studi, Hawking ha ipotizzato l’esistenza di una radiazione emessa dai buchi neri e che ne provoca la progressiva diminuzione di massa, detta per questo radiazione di Hawking, che potrebbe portare fino all’evaporazione dell’oggetto celeste, lasciando però molti interrogativi sulla sua evoluzione definitiva. A oggi le teorie dell’astrofisico sui buchi neri primordiali e sulla radiazione di Hawking non hanno trovato una conferma sperimentale e proprio questo sarebbe il motivo per cui nonostante i numerosi riconoscimenti non gli è mai stato assegnato un premio Nobel, come lo stesso scienziato ipotizzava.

Se il suo apporto alla cosmologia è stato fondamentale in questi anni, il libro “Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo” è stato il romanzo che l’ha consacrato nel mondo della divulgazione, diventando in breve tempo uno dei best seller più venduti e apprezzati dal grande pubblico. Da allora lo scienziato ha dato il via ad una ricca attività di divulgazione scientifica, fatta non solo di saggi ma anche di libri e racconti per ragazzi. A renderlo un personaggio pubblico sono state le sue apparizioni in televisione, tutti cameo nel ruolo di se stesso: il celebre e geniale, ma pur sempre ironico, astrofisico.

Impossibile dimenticare la birra nel bar di Boe bevuta insieme a Homer Simpson, dove Hawking diventa un giallo personaggio di Matt Groening, e ancora le sue apparizioni nei cartoni animati dei Griffin e di Futurama. Nei telefilm invece resterà celebre la partita a poker tra fisici, con Hawking seduto al tavolo assieme ad Isaac Newton, Albert Einstein e lo scienziato della popolare serie Star Trek The Next Generation. E poi, solo negli ultimi anni, gli scambi di battute e di scherzi con Sheldon Cooper, protagonista della famosa e seguita serie televisiva The Big Bang Theory. Apparizioni televisive dove lo scienziato ha sempre interpretato una sola celebrità: se stesso.

Proprio queste sue apparizioni, assieme all’impegno politico e alle dichiarazioni per la salute dell’umanità e per il suo futuro, lo hanno reso incredibilmente vicino al grande pubblico. Uno scienziato, prima di tutto essere umano, che ha creduto fino all’ultimo giorno che la scienza non fosse appannaggio di pochi, ma qualcosa che appartiene a tutti noi, abitanti di questo cosmo ai cui segreti da svelare lui ha dedicato una vita intera.

Segui Veronica Nicosia su Twitter

Leggi anche: L’Universo dopo il Big Bang

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Condividi su
Veronica Nicosia
Aspirante astronauta, astrofisica per formazione, giornalista scientifica per passione. Laureata in Fisica e Astrofisica all'Università La Sapienza, vincitrice del Premio giornalistico Riccardo Tomassetti 2012 con una inchiesta sull'Hiv e del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica Giancarlo Dosi 2019 nella sezione Under 35. Content manager SEO di Cultur-e, scrive di scienza, tecnologia, salute, ambiente ed energia. Tra le sue collaborazioni giornalistiche Blitz Quotidiano, Oggiscienza, 'O Magazine e Il Giornale.