L’insolita diffida dell’Università di Ferrara
Il Rettore Giorgio Zauli ha ingiunto a "For better science" di cancellare un post, i link dai social e da "un motore di ricerca noto e ignoto"
IL PARCO DELLE BUFALE – Infastidito dalle sue immagini di citometria a flusso comparse su “For better science” il 15 maggio, due giorni dopo con una raccomandata dell’Università di Ferrara, il professor Giorgio Zauli ha ingiunto a Leonid Schneider di cancellare il suo post. Riporterebbe
informazioni false e indimostrate su una presunta scorrettezza di alcune pubblicazioni scientifiche del sottoscritto.
Schneider, titolare di un dottorato in biologia e di un breve precariato da ricercatore, dovrebbe inoltre cancellare i link al post dai seguenti “siti web” (sic) LinkedIn, FaceBook, Twitter e
dal suo motore di ricerca sia noto che ignoto.
Il post e i link contengono “affermazioni totalmente infondate”, oggetto
di una denuncia penale da parte del sottoscritto presso l’ufficio del Procuratore della Repubblica di Ferrara il 16 maggio 2016.
Violano la sua privacy, argomenta il sottoscritto con lunghe citazioni di una sentenza della Corte di Giustizia europea che però riguarda i dati personali incompleti o errati di persone fisiche (nota 1). Dopo altre minacce, conclude:
Se lei non procede a ottemperare a questa richiesta immediatamente, sarò costretto a intraprendere un’azione legale contro questa società.
Forse aveva dimenticato di averla intrapresa il giorno prima e di averlo scritto nella pagina 1?
In questi anni la custode del Parco ha letto molte diffide ed è certa che il prof. Zauli sia esperto non solo di ematologia, ma anche di diritto e di media digitali. Però non sembra prendere “For better science” per Google e altre società proprietarie di un motore di ricerca “sia noto che ignoto”? E gli articoli che ha pubblicato perché siano letti e citati (nota 2) per il Rettore o dell’Università di Ferrara?
La diffida ha provocato l’inevitabile effetto Streisand. Altri ricercatori sono andati di corsa a vedere le affermazioni da censurare. Non soltanto su “For better science”, ma alla fonte: su PubPeer dove i commenti dimostrano come le immagini di 32 pubblicazioni appaiono manipolate e riciclate da un articolo all’altro.
Per esempio, i riquadri della fig. 5B uscita su Circulation Research nel gennaio 2007 ricompaiono in ottobre nella figura 3B su Neoplasia e nel febbraio 2008 nella figura 2C sul Journal of Leukocyte Biology, riferiti a tre tipi diversi di cellule, trattati in modo diverso:
Schneider ha chiesto un parere sull’etica di questa usanza all’apposita Commissione dell’università, segnalando che il rettore lo aveva denunciato. La dott. Cinzia Mancini gli ha subito risposto che la Commissione avrebbe esaminato l’ammissibilità della sua richiesta il 1 giugno prossimo, e che non era al corrente della denuncia. L’indomani però, gli ha detto che non sono ammesse segnalazioni anonime, e gli ha chiesto di mandare il pdf della sua carta d’identità .
Preferirei di no, ha risposto Schneider come lo scrivano Bartleby.
Per evitare un altro equivoco – la Commissione etica si prende per la Polizia? – e per un motivo meno nobile (nota 3), la custode s’è intromessa. Ha scritto alla Dott. Mancini che la richiesta era firmata con nome e cognome e che l’identità e la residenza del mittente erano note al Rettorato al quale poteva chiedere conferma.
Note
- La sentenza si riferisce a una direttiva europea del 1994 abrogata e sostituita dal Regolamento europeo 679 del 2016, operativo dal 25 maggio 2018.
- Il principio di precauzione suggerisce di non fare né l’uno né l’altro prima di aver consultato un avvocato.
- A seguito dell’effetto Streisand, si è aperta una scommessa sull’ammissione della richiesta. La custode ha puntato un cappuccino sul sì. Affetta da ottimismo cronico, spera di non doverne pagare più di quattro.
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