SALUTE

In Italia un giovane su cinque dai 13 ai 15 anni fuma, soprattutto le ragazze

I dati allarmanti provengono dalla Global Youth Tobacco Survey: solo parte dei ragazzi è consapevole dei rischi del fumo per la salute. Ma il 90% di loro è abituato a veder fumare in tv.

SALUTE – Quanti giovani fumano in Italia? Olivia Newton-John ha superato in negativo John Travolta. A quanto pare gli adolescenti italiani dai 13 ai 15 anni fumano meno dei loro fratelli maggiori, poco meno dei propri genitori e tanto quanto i nonni. Tuttavia rispetto a qualche decennio fa balza agli occhi la maggiore tendenza a fumare fra le giovani donne rispetto ai coetanei maschi. Fuma il 24% delle adolescenti dai 13 ai 15 anni contro il 17% dei ragazzi. Inoltre il 7% delle ragazze e il 4% dei maschi di questa fascia di età fuma più di 20 sigarette al giorno.

Crediti immagine: Pixabay

Lo evidenzia un’indagine condotta nell’ambito della sorveglianza Gyts (Global Youth Tobacco Survey) che ha coinvolto oltre 60 scuole medie e superiori, e che mostra come il 21,3% degli studenti usi abitualmente prodotti del tabacco: il 19,8% sigarette e il 20,8% tabacco sfuso.

Secondo quanto emergeva qualche mese fa nell’ultimo Rapporto Osservasalute 2017, nel 2016 fumava il 19,8% della popolazione italiana (OggiScienza ne aveva parlato qui). I dati sono quelli della sorveglianza PASSI dell’Istituto Superiore di Sanità: nel periodo 2014- 2016 fumava il 31,3% dei 25-34 enni, il 27,5 del 35-49 enni e il 21,9 dei 50-69 enni.

La raccolta Gyts 2018 è stata coordinata dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute (Cnapps) dell’ISS.

Qual è la tendenza degli ultimi anni

Da un confronto delle tre indagini Gyts – la prima condotta nel 2010 e la seconda nel 2014 – emerge che la tendenza all’aumento dell’uso di sigarette osservata nel 2014 sembra essere cessata nel 2018, così come è diminuito il numero di ragazzi che si dice interessato a provare a fumare una sigaretta per iniziativa spontanea o su invito di un amico: il 30% medio e il 36% fra le ragazze.

Sei giovani fumatori su dieci hanno cercato di smettere nell’ultimo anno ma tre su dieci ritengono sia molto molto difficile farcela.

A mancare sembra essere prima di tutto la consapevolezza del pericolo del fumo per la salute. Il 40% dei 13-15 enni pensa ancora che fumare renda più cool alle feste e permetta una più facile socializzazione, e questo vale sia per i ragazzi che per le ragazze. Le ragioni possono senza dubbio essere ravvisate anche nella forte presenza di pubblicità sui media o sotto forma di gadget dei brand legati all’industria del tabacco. Solo la metà di loro dichiara di aver mai notato messaggi antifumo sui media e solo uno su tre li ha notati in eventi pubblici.

Solo nella metà dei casi i ragazzi hanno ricevuto informazioni sull’importanza di non fumare a scuola e solo il 30% ha pensato di smettere grazie ai messaggi antifumo presenti sul packaging di sigarette e tabacco. Inoltre, il 9% dei ragazzi e il 5% delle ragazze possiede qualche gadget con il logo di uno dei brand del tabacco, anche se gli esperti precisano che si tratta di cifre in calo negli ultimi anni.

Infine, al 70% di questi ragazzi e ragazze che fumano abitualmente, che ricordiamo hanno meno di 15 anni, nessuno ha mai chiesto l’età prima di vendere loro le sigarette o il tabacco. Questo nonostante il “Decreto Balduzzi” del 2012 che ha innalzato da 16 a 18 anni l’età minima per la vendita di tabacchi e prodotti per il fumo, prevedendo sanzioni per gli esercenti da 500 a 2000 euro con la sospensione della licenza per tre mesi in caso di violazione e di recidiva.

Solo sigarette o anche sigarette elettroniche?

Un ultimo dato interessante riguarda il consumo di sigarette elettroniche fra i giovanissimi: le fuma il 17% dei 13-15 enni, con maggiore prevalenza fra i maschi (22% contro il 12% di uso fra le ragazze).

Si sottolineava in apertura come i fratelli maggiori e i genitori di questi ragazzi in realtà fumino più di loro, e spesso inevitabilmente questo avviene in casa o in auto. La conseguenza è che metà degli intervistati ha dichiarato di essere esposto quotidianamente al fumo passivo in casa o in luoghi pubblici chiusi e il 66% ha dichiarato di aver visto qualcuno fumare all’interno della scuola.

I rischi dell’esposizione continua al fumo passivo non sono per nulla banali. Si stima che questa cattiva abitudine delle famiglie provochi nel mondo oltre seicentomila morti l’anno. Lo IARC ha incluso anche il fumo passivo all’interno del Gruppo A, di sostanze sicuramente cancerogene. Chi vive in un ambiente saturo dei 69 componenti del fumo di sigaretta di natura cancerogena ha un più alto rischio di insorgenza del tumore del polmone e aumenta il rischio di cancro al seno. Il fumo passivo contiene infatti elementi cancerogeni quali benzene 1,3-butadiene, benzo[a]pyrene 4 (methylnitrosamino)1-(3-pyridyl)-1-butanone, nicotina e altre sostanze tossiche.

Eppure, nonostante le campagne contro il fumo, solo il 60% degli studenti è oggi consapevole dei rischi per la salute associati anche al fumo passivo.

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.