IL PARCO DELLE BUFALE

L’agricoltura biodinamica nascosta dietro quella biologica

A Milano, un convegno ha aumentato la confusione tra pratiche molto diverse e provocato citazioni abusive della letteratura scientifica.

Risultati immagini per demeter Biodinamica marchioIL PARCO DELLE BUFALE – Una raffica di proteste istituzionali (nota 1) ha accolto il convegno organizzato, al Politecnico di Milano, dalla filiale italiana dell’Associazione internazionale per l’agricoltura biodinamica Demeter che promuove e certifica l’agronomia insegnata dal fondatore dell’antroposofia (nota 2) Rudolf Steiner nel suo Corso di agricoltura (sunto in italiano) del 1924.

In breve consiste in trattamenti, spesso con sali e minerali in diluizioni omeopatiche, da effettuare con nove preparati alle date stabilite da un calendario astrologico. Alcuni preparati sono estratti dal petrolio, come la paraffina. Altri sono naturali, come il rodenticida fatto di ceneri di pelle di topo catturato e scuoiato quando Venere è nello Scorpione (nota 3), il letame maturato in una vescica di cervo o in un corno di vacca feconda (nota 4).

Con prese di posizione pubbliche rare in Italia, centinaia di professori, ricercatori, agricoltori hanno chiamato “pseudo-scienza” quella miscela di omeopatia, astrologia e riti apotropaici  – indispensabili per trasferire al terreno e a chi lo coltiva le forze eteriche e spirituali dell’universo.

Corsi di laurea e convegni

Non si spiega tante critiche Ilaria Valente, la preside della Scuola di architettura urbanistica e ingegneria delle costruzioni del Politecnico. Ha annunciato da quest’anno, riferisce la stampa, “un nuovo corso di laurea legato alla biodinamica” intitolato “Landscape Architecture – Land [sic] Landscape Heritage”.

Nel programma del corso annunciato prima del settembre 2017, l’agricoltura biodinamica non è citata. Potrebbe però far parte delle “attività elettive”. In questo caso, si è aperto un nuovo mercato per la materia prima dei preparati, non facile da reperire in città.

In risposta agli scettici che attentavano alla “libertà della ricerca” e che ai suoi tempi avrebbero mandato al rogo Galileo, alcuni dei relatori del convegno hanno scritto che erano equivalenti sei forme di agricoltura:

integrata, di precisione, conservativa, biologica, biodinamica, agroecologica (nota 5).

Più rigorosa, la Coalizione Cambiamo Agricoltura (Associazione medici per l’ambiente, Associazione internazionale agricoltura biodinamica, Fai, Federbio, Legambiente, Lipu, Pronatura, Wwf) ritiene equivalenti solo biologica – certificata in Italia da Accredia – e biodinamica.

Basi scientifiche e peer review

I relatori ricordavano che è “compito della ricerca” dare a ciascuna un “supporto scientifico”, tra l’altro già arrivato da scienziati illustri che

senza pregiudizi hanno condotto ricerche sull’agricoltura biodinamica e biologica e pubblicato i risultati su riviste internazionali, anche di altissimo impatto (PLOS ONE, Nature).

Il supporto abbonda. Lo confermava Carlo Triarico, presidente sia di Demeter Italia che di Federbio, inaugurando il convegno con un intervento intitolato:

Fondamenti scientifici della biodinamica e della biologica.(6)

I sostenitori della prima citavano volentieri un articolo di Science sulla miglior qualità dei suoli trattati con il metodo biodinamico, e uno del Lancet sulla forte diminuzione di allergie tra i bambini che mangiano cibi biodinamici.

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Fonte: xkcd per Wikipedia

Su Nature non è uscita alcuna ricerca in materia, qualcuno ha confuso il nome di una piattaforma editoriale con quello di una rivista. Su PLoS ONE – rivista a basso impatto: 2.766 – ne sono uscite tre, tutte negative (7).

L’articolo di Science trovava una maggiore fertilità dei suoli e una maggior  biodiversità nelle coltivazioni “biodinamiche e bio-organiche” rispetto a quelle convenzionali, ma anche una resa inferiore del 20%. Sono due dati ricorrenti, con poche variazioni locali, su tutte le riviste specializzate.

L’articolo del Lancet commenta una rassegna del 2017, commissionata dal Parlamento europeo, sui benefici di una dieta “organica”. Lamenta la scarsità di studi epidemiologi, dopo che lo studio PARSIFAL concluso nel 2006 aveva rilevato una minore incidenza dei sintomi di allergia nei bambini cresciuti in fattorie steineriane rispetto alla “popolazione di riferimento”. Secondo il Lancet, una correlazione non è una causa, e potrebbero esserci

altri fattori di una vita sana associati alla preferenza per il cibo organico.

O associati a un’infanzia in campagna?

Dagli anni Ottanta si osservano benefici analoghi nei bambini cresciuti in fattorie convenzionali.

Viene il sospetto che i cronisti siano gli unici – oltre al direttore e alla vice-direttrice del Dipartimento di scienze agrarie all’Università statale di Milano – a leggere articoli scientifici. Carlo Triarico, presidente sia di Demeter Italia che di Federbio dice di averli studiati.

Sui vantaggi della biodinamica, dice che esistono 147 “studi peer-reviewed” e fornisce gentilmente il link a una rassegna del 2009. Gli autori ne elencano una trentina e concludono che forse hanno osservato un effetto, ma per accertarlo servono altre ricerche.

Prima occorrerà mettere fine alla confusione – voluta e alimentata da Demeter non solo in Italia – di pratiche, trattamenti e standard diversi per la certificazione. Certo, l’unione fa la forza, e ce ne vuole per ottenere leggi compiacenti, fondi PAC dell’Unione Europea e gli incentivi locali per i servizi ecologici e le pratiche sostenibili. Senza definizioni chiare però, né i politici né i contribuenti-elettori possono fare scelte razionali.

Men che meno i consumatori ambientalisti, vegetariani e vegani. Quanti di loro sanno che bisogna uccidere degli animali per produrre cereali, legumi, verdura, frutta con il marchio Demeter? Si saranno mai chiesti perché sono molto più costosi di quelli con il marchio Accredia?

Ai ricercatori che credono negli oroscopi, serviranno anche ipotesi su cosa cercare, misurare e confrontare. Per esempio idee anche vaghe ma plausibili sui meccanismi bio-chimici che nel terreno – e a catena nelle piante e negli animali – vengono influenzati dalle fasi della Luna e dalle congiunzioni dei pianeti solo quando viene irrigato e concimato.

Quelli che coordinano studi seri di sostenibilità su modelli comparati hanno già detto ai colleghi di essere

pronti a discutere di ogni modello di agricoltura: integrata, di precisione, conservativa, biologica, agro-ecologica. Non chiedeteci però di includere quella biodinamica in un contesto scientifico.

Note

  1. Sono raccolte da Scienza in rete insieme a ottimi approfondimenti. Circa 130 docenti del Politecnico hanno firmato l’appello di Ezio Puppin et al., e una trentina di agronomi della Statale di Milano, del CNR e del CREA hanno scritto al Rettore una lettera simile a quella di Elena Cattaneo. Si sono “rammaricate” e “allarmate” anche la Confagricoltura lombarda e la Federazione lombarda degli Ordini di riferimento.
  2. In Francia e in altri paesi, l’antroposofia è classificata “setta pericolosa” sopratutto a causa di effetti, letali per i pazienti, della medicina antroposofica – contraria alle vaccinazioni, come l’Associazione Medici per l’ambiente d’altronde.
  3. Steiner non precisava se le corna di vacca vergine o sterile non catturano l’energia cosmica oppure se solo dopo un parto la vacca diventa capace di incanalarla nell’intestino fino a destinazione.
  4. Gli standard Demeter attuali raccomandano di sostituirlo con un anticoagulante di BigPharma.
  5. Gli studenti di fu Enzo Tiezzi noteranno l’assenza di quella eco-dinamica.
  6. I “fondamenti scientifici” della biodinamica collocano la razza ariana in cima alla “gerarchia delle razze umane”. Si vedano gli articoli di PsiramWaldorf CriticsSpirituality is no excuse e il capitolo sul razzismo del rapporto francese sulla “setta pericolosa“.

    Copertina del mensile tedesco Demeter per i cinquant’anni di Adolf Hitler
  7. Confermano gli esiti negativi usciti su riviste specializzate. Per esempio, degli enologi concludono che “i risultati […] non forniscono alcuna prova a sostegno della nozione che il sapore di un vino sia associato al ciclo lunare”. Agronomi tedeschi hanno confrontato viticoltura organica, integrata e biodinamica, e trovato che “Crescita e resa delle vigne a gestione organica e biodinamica sono diminuite rispetto a quelle con trattamento integrato.”  Negli esperimenti in India con una rotazione di frumento, soia e cotone (anche gm) e tre tipi di trattamento – organico, convenzionale, biodinamico – quello biodinamico dava i risultati quantitativi ed economici peggiori.

Leggi anche: Laboratorio di agro-omeopatia a Bologna

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