CULTURA

Musei senza barriere

Per rendere i musei accessibili per tutti in alcuni casi bastano semplici accorgimenti, in altri è necessario comprendere a pieno le difficoltà per fornire un aiuto concreto

Quando entrando in un museo percorriamo una rampa di scale, guardiamo un video introduttivo o leggiamo una didascalia, ascoltiamo le parole di una guida o un’audioguida, non ci rendiamo conto che tutte queste azioni – per noi perfettamente naturali – rendono di fatto inaccessibile per qualcuno la fruizione del museo stesso.

Se, come visto negli articoli sul patrimonio culturale di quest’anno (qui per la “trasformazione” digitale, qui per i danni da catastrofi ambientali) una delle sfide è proprio quella di aumentare l’accessibilità per tutti, la situazione è un po’ più complessa per le persone con esigenze specifiche.

Anche l’ascolto di un’audioguida – metodo diffusissimo per fruire dei contenuti di un museo – è un’esperienza preclusa ai non udenti (Cortesia immagine: Pixabay)

Cosa dicono le linee guida

Il sito della Direzione generale Musei sul portale del Ministero per i beni e le attività culturali (MiBAC) riporta che “Il superamento delle barriere architettoniche, cognitive e sensoriali ha rappresentato negli ultimi anni uno degli interventi di maggiore spessore messi a frutto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, anche attraverso l’istituzione di una Commissione Ministeriale che nel 2008 ha pubblicato le Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale”.

Nel 2009 il nostro Paese ha ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che obbliga gli Stati Parti a garantire un pieno accesso all’informazione e alla comunicazione alle persone disabili e, quindi, a fornire alle persone sorde strumenti innovativi che assicurino loro questo diritto. In più, con il Decreto dirigenziale del 27 giugno 2017, la Direzione generale Musei ha istituito un Gruppo di lavoro per stabilire come sia possibile superare le barriere culturali, cognitive e psicosensoriali nelle aree di competenza del MiBAC: il loro lavoro è sfociato nelle Linee guida per la redazione del Piano di eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A) nei musei, complessi museali, aree e parchi archeologici.

Diversi musei stanno mettendo a disposizione dei visitatori una guida di lettura facilitata per le persone con disabilità intellettiva, sempre più didascalie sono state riscritte con caratteri ad alta leggibilità, secondo i principi del design for all, per superare le barriere di lettura, in vari casi sono presenti anche in braille. In alcuni musei, su richiesta, vengono organizzate visite guidate in lingua dei segni, anche se questo può presentare alcune difficoltà.

Prima di tutto, i sordi non possono telefonare: per comunicare, infatti, di solito utilizzano sms, chat, videochiamata e videochat. Come effettuare, perciò, una prenotazione? Se la struttura mette a disposizione un indirizzo mail può essere di aiuto, ma non si tratta in ogni caso – almeno il più delle volte – di una comunicazione in tempo reale, attraverso cui chiedere chiarimenti e informazioni, avvisare di un imprevisto ritardo o di variazione al programma.

Un altro punto su cui lavorare è l’effettiva fruibilità della visita guidata: le persone sorde devono costantemente utilizzare la loro vista per recepire i contenuti dalla guida, cosa che rende la visita stancante e lascia poco tempo per osservare con piacere e in maniera tranquilla. Se è presente un interprete, poi, servono spazi adeguati affinché possa essere visto da tutti – una pedana in ogni sala potrebbe essere d’aiuto.

Le barriere che non permettono di avvicinarsi alle opere sono vere e proprie barriere architettoniche per i diversamente abili, che in alcuni casi possono rendere difficoltosa anche la lettura delle didascalie (Cortesia immagine: Pixabay).

Esperienze culturali davvero per tutti

Una startup torinese, New Planet 3D, ha ideato l’Espositore FOR ALL, progettato per rendere fruibile qualsiasi opera d’arte o reperto storico anche alle persone con disabilità visiva, uditiva, motoria e cognitiva. La stampa 3D permette di riprodurre perfettamente qualsiasi oggetto e, una volta ottenuta una copia, nelle dimensioni reali o in scala, questa può essere manipolata senza esporre l’opera autentica a usura o danni.

A questa si accompagna un sistema audio unidirezionale – che permette a non vedenti e ipovedenti di ascoltare la descrizione e i contenuti inerenti l’oggetto in mostra senza disturbare gli altri visitatori – e un sistema video – che, grazie a filmati in LIS, a sottotitoli realizzati con font ad alta leggibilità e a filmati d’animazione, trasmette le informazioni alle persone con disabilità uditiva e cognitiva.

Sono numerose le iniziative, guidate da privati, associazioni e aziende, al fine di aumentare la fruibilità dei musei, anche se purtroppo non sempre pubblicizzate in maniera ampia o sconosciute dal loro target per le difficoltà specifiche che incontrano le persone sorde nell’accesso all’informazione. Per questo è nato il progetto M.A.P.S.: per rendere i Musei nel territorio italiano realmente Accessibili per le Persone Sorde.

Il progetto è stato ideato dalla Sede Centrale dell’Ente nazionale preposto alla protezione e l’assistenza dei Sordi in Italia e cofinanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Questi sono i suoi obiettivi:

– eseguire una mappatura di tutte le risorse accessibili sul territorio italiano dedicate alle persone con disabilità uditiva, italiane e straniere, rendendola disponibile gratuitamente attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie;
– realizzare un corso di formazione in aula per referenti/tutor regionali sordi;
– realizzare corsi di formazione uno in ogni regione per persone sorde nell’ambito dei servizi di accessibilità museale;
– contribuire all’abbattimento delle barriere della comunicazione e facilitare il processo di raggiungimento della piena accessibilità ai luoghi d’arte per le persone sorde;
– stimolare l’impegno delle realtà museali sul territorio nazionali in attività accessibili e inclusive;
– creare una rete reale di cooperazione e unione tra pubblico servizio, bene culturale e attività del mondo dell’associazionismo.

I corsi di formazione che si sono svolti nell’arco di tutto il 2018 hanno voluto dare risposta a una doppia necessità: da un lato c’è un grande problema di occupazione tra i sordi, dall’altro esiste una richiesta crescente di accessibilità nei musei. Non si tratta solo di insegnare come è possibile l’accessibilità, quali strumenti tecnologici aiutano, ma anche e soprattutto di formare guide sorde, recuperando il gap che si crea in presenza dell’interprete, che spesso non basta. Anche i prodotti video dovrebbero poter essere pensati e realizzati da persone sorde.

Il Progetto MAPS rientra perciò a pieno nello spirito dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, con il fine di incoraggiare un sempre maggior numero di persone a scoprire e lasciarsi coinvolgere dal patrimonio culturale dell’Europa e di rafforzare il senso di appartenenza.

Citando il filosofo Hans-Georg Gadamer, allievo di Heidegger, “La cultura ha un grande vantaggio rispetto a tutti gli altri beni che hanno un ruolo nella vita politica; questi ultimi sono fatti in modo tale da diminuire se vengono ripartiti, se ne riceve solo una parte. La cultura invece è l’unico bene dell’umanità che diventa più grande se molti partecipano ad essa. Questo è per cosi dire l’impegno, il compito del futuro.”

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Leggi anche: A caccia dell’arte rubata in Europa

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Giulia Negri
Comunicatrice della scienza, grande appassionata di animali e mangiatrice di libri. Nata sotto il segno dell'atomo, dopo gli studi in fisica ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza “Franco Prattico” della SISSA di Trieste. Ama le videointerviste e cura il blog di recensioni di libri e divulgazione scientifica “La rana che russa” dal 2014. Ha lavorato al CERN, in editoria scolastica e nell'organizzazione di eventi scientifici; gioca con la creatività per raccontare la scienza e renderla un piatto per tutti.