CULTURA

Quanti sono, dove sono e di cosa trattano i musei scientifici in Italia?

Un racconto in dati che permette di scoprire il panorama dei musei scientifici nel nostro Paese.

Vi siete mai chiesti quanti sono i musei scientifici in Italia? L’ISTAT ha svolto una ricerca su tutti i musei italiani (la più recente è stata pubblicata alla fine del 2019 ed è relativa all’anno 2017) da cui abbiamo tratto le informazioni relative ai musei scientifici, per avere una fotografia chiara di quali sono, dove sono e di cosa trattano.

Fotografia dei musei scientifici italiani

Da questi grafici, elaborati su dati ISTAT, possiamo vedere che i musei di Storia naturale e scienze naturali sono in totale 323 in Italia, e la regione che ne ospita di più è l’Emilia Romagna con 41 presenze. I musei di Scienza e tecnica sono in tutto 127 e, anche in questo caso, la regione che ne ha di più è l’Emilia Romagna. I musei di Etnografia e antropologia sono 627 e il primato spetta al Trentino Alto Adige con 84 musei dedicati a queste discipline. I musei Tematici e specializzati sono invece 488 con 63 presenze in Emilia Romagna, ancora una volta la regione che ne ha di più. Infine, i musei Industriali e/o d’impresa sono 118 e il numero maggiore di essi si registra in Piemonte con 21 presenze.

La fruizione dei musei scientifici in Italia

Elena Canadelli, docente di Storia della Scienza e di Divulgazione e Museologia Naturalistica dell’Università di Padova afferma: “Il processo che ha portato a identificare musei, raccolte e collezioni scientifiche come beni culturali degni di essere tutelati, conservati, tramandati e condivisi da una comunità che vi si riconosce è storicamente complesso. Nel caso dell’Italia, si è trattato di un processo lungo e per certi versi non ancora concluso, che vede gli oggetti di scienza confrontarsi con la tradizione ben più consolidata delle arti e delle antichità.” Questa analisi della situazione dei musei scientifici italiani è apparsa sul numero di dicembre del 2019 degli Atti del XXVIII Congresso ANMS, l’Associazione Nazionale Musei Scientifici, nata nel 1972 “come strumento di diffusione della museologia scientifica in Italia e di collegamento fra le Istituzioni e gli operatori interessati”.

Il 23 dicembre 2019 è inoltre uscito il report ISTAT relativo alla fruizione dei musei in Italia relativa all’anno precedente. Secondo questo studio, in generale, esistono in Italia “4.908 tra musei, aree archeologiche, monumenti ed ecomusei aperti al pubblico”, e il patrimonio museale è così composto: “3.882 musei e raccolte di collezioni (79,1%), 630 monumenti (12,8%), 327 aree archeologiche (6,7%) e 69 ecomusei (1,4%)”. L’ISTAT riporta che il 2018 è stato l’anno record di accesso ai musei italiani con 128,6 milioni di ingressi (+8% rispetto al 2017) dei quali 58,6 sono stati effettuati da cittadini stranieri.

Se ci vogliamo concentrare specificamente sulla fruizione dei musei scientifici italiani, non esistono dati aggregati da ISTAT o da altri istituti di statistica relativi soltanto ai musei scientifici. Abbiamo quindi raccolto i dati di alcuni tra i maggiori musei scientifici italiani:

Come possiamo vedere dai grafici, il museo scientifico con il maggior numero di accessi in Italia è il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, che ha registrato nell’ultimo anno 523.084 visitatori. Il museo offre la più grande esposizione permanente al mondo dedicata a Leonardo, ingegnere e umanista. In un’area di 28mila mq, il museo offre 17 sezioni espositive, 14 laboratori interattivi e 165 percorsi educativi.
Non solo Leonardo: le esposizioni permanenti del museo trattano i trasporti navali, aerei e ferroviari, lo spazio, la chimica, i materiali e le loro lavorazioni e anche, tra le tante altre cose, la fisica delle particelle.

Al secondo posto della nostra classifica dei musei scientifici più visitati in Italia troviamo il MUSE di Trento, che con 483.433 visitatori nel 2018 ha quasi raddoppiato le cifre dell’anno della sua apertura (nel 2013 i visitatori sono stati 287.907). Su quattro piani, oltre a una terrazza e a un piano interrato, il museo racconta la storia del nostro pianeta utilizzando la metafora della montagna, toccando i temi della biodiversità, della sostenibilità, dell’evoluzione.

Troviamo poi il museo Leonardiano di Vinci (FI), dedicato al genio rinascimentale che deve i suoi natali proprio a questa città toscana; con oltre 250mila presenze annue si trova al terzo posto.

Rimaniamo in Toscana per il museo che nel 2018 ha registrato 223.055 visitatori: il museo Galileo. Oltre alle esposizioni permanenti dedicate al padre della scienza moderna, il museo realizza importanti attività di ricerca ed eventi aperti al pubblico.

Proseguiamo il nostro viaggio tra i musei scientifici dello Stivale con la Città della Scienza di Napoli, che con oltre 200mila visitatori annui attira in Campania un gran numero di appassionati di scienza. Abbiamo poi il Science Center del Friuli Venezia Giulia che comprende l’Immaginario Scientifico (A Trieste), un museo (a Pordenone) e un’area didattica (a Tavagnacco, UD), che registra complessivamente oltre 50mila presenze annue. Si segnala poi il Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche dell’Università FEDERICO II di Napoli, con circa 45000 ingressi registrati nel 2019. Alla fine della nostra classifica abbiamo il MACA (Museo A Come Ambiente) di Torino, un museo completamente dedicato all’ambiente che registra oltre 30mila visitatori annui e infine il Museo di Scienze Planetarie di Prato, con circa 10mila presenze annue. Quest’ultimo, ha un’ampia offerta laboratoriale sulle tematiche della geologia, sismologia e astronomia, e da qualche anno il museo è particolarmente attivo relativamente alla tematica dell’accessibilità (di cui parleremo in seguito). Svolge infatti attività per persone con Alzheimer e i loro caregiver, oltre che per ragazzi con disturbo dello spettro autistico.

La digitalizzazione

Parlando di musei dedicati alla scienza e alla tecnica non è possibile non citare la digitalizzazione del patrimonio museale italiano, che fa parte di un progetto del Ministero dei Beni Culturali lanciato nel 2015 che ha l’idea di creare “una rete che unisca in modo efficace ed efficiente gli oltre 4000 musei diffusi sul territorio nazionale” (di digitalizzazione del patrimonio culturale abbiamo parlato qui). Secondo l’analisi di ISTAT però, solo il 10,4% delle strutture museali italiane dispone di un catalogo digitale del proprio patrimonio. Di questo 10% i musei maggiormente digitalizzati sono i musei di arte antica (23%) e quelli di storia e di scienze naturali (16%). Inoltre, solo il 44,7% dei musei italiani censiti mette a disposizione un dispositivo elettronico. Circa il 51,1% dei musei ha un sito web e il 53,4% un account sui social media più diffusi (come Facebook, Twitter o Instagram).

L’accessibilità

Ne abbiamo parlato qui: l’accessibilità a tutti (quindi anche a portatori di disabilità) di tutti musei italiani è ancora lontana dall’essere realizzata. Non solo barriere architettoniche per chi non può camminare, ma anche mancanza di strumenti per rendere possibile la fruizione dei musei anche a chi non sente o non vede. Purtroppo solo circa la metà delle strutture museali italiane (53%) è attrezzata con rampe, bagni ed elevatori per le persone con ridotta capacità motoria e soltanto il 12% delle strutture dispone di percorsi tattili e materiali informativi sensoriali per ipovedenti e non vedenti. La maggior parte dei musei attrezzati per disabili è in Umbria (64,2%) e in Emilia Romagna (61,8%). (Fonte: ISTAT)


Leggi anche: Musei senza barriere

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Francesca Zanni
Ho frequentato un corso di Giornalismo Culturale e tre corsi di scrittura creativa dopo una laurea in Storia Culture e Civiltà Orientali e una in Cooperazione Internazionale. Ho avuto esperienze di lavoro differenti nella ricerca sociale e nella progettazione europea e attualmente mi occupo di editoria. Gattara, lettrice accanita e bingewatcher di serie TV.