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Elezioni europee e ambiente: cosa dicono i programmi?

Quasi tutti i programmi elettorali dei 18 partiti italiani ammessi alle elezioni del 26 maggio parlano di ambiente e cambiamenti climatici. Ma come intendano impegnarsi al riguardo è spesso nebuloso.

Foto: Pixabay – Elaborazione grafica: Lisa Zillio

A leggere i programmi elettorali dei 18 partiti italiani ammessi alle elezioni del 26 maggio 2019 per il Parlamento europeo, a parole (quasi) tutti vogliono difendere l’ambiente e puntano a combattere il climate change. Come farlo, però, è spesso abbastanza nebuloso. Anche alla luce di quanto accaduto nella legislatura che volge al termine, siamo andati a vedere le proposte e i comportamenti dei partiti italiani per le europee 2019 quando si parla di cambiamento climatico e ambiente.

Nella rassegna, se non in rari casi, non abbiamo considerato le ricette proposte sul tema dell’energia, che ovviamente hanno a che fare con la questione ambientale ma che – data la complessità e l’intreccio con economia e innovazione – saranno oggetto di un articolo a parte. In questo articolo vedremo se e come i programmi tengono conto e nominano le parole “ambiente” e “cambiamento climatico”.


Lo scorso 2 maggio il Movimento 5 Stelle ha presentato dieci punti programmatici per queste elezioni europee. Non si parla esplicitamente di “cambiamenti climatici” ma, al punto 4, si parla di incentivi alle imprese per inquinare meno, abbandono delle fonti fossili, stop dei fondi europei a discariche e inceneritori (ma non viene proposta un’alternativa). Il punto 4 si chiude con un riferimento a un’Europa plastic free. Al punto 8, quando si parla di agricoltura, il programma parla di stop a pesticidi dannosi per l’ambiente.

Gli alleati di Governo della Lega non hanno a oggi presentato un programma strutturato per le elezioni europee. Sul sito della Lega Nord c’è una pagina dedicata alle elezioni europee con manifesti e un video con il Ministro dell’Interno Matteo Salvini che parla di questioni politiche nazionali e poi, a circa sei minuti e mezzo dalla fine, di obiettivi europei. Il vicepremier non parla di ambiente, ma si dice contrario a “regole europee” che blocchino agricoltura e pesca (come il “fermo pesca”). Cliccando sull’indirizzo legaonline.it, altro sito indicato dal sito della Lega Nord, si viene reindirizzati alla pagina Facebook “Lega – Salvini Premier”. Anche fra i post della pagina di ambiente non si parla molto. In un post dell’8 aprile, Salvini afferma che la coalizione “Alleanza europea dei popoli e delle nazioni”, di cui la Lega fa parte, sta lavorando “per riportare al centro il lavoro, la famiglia, la sicurezza, la tutela dell’ambiente, il futuro”, ma non spiega come. 

In un post dello stesso giorno, che riporta affermazioni del Ministro rilasciate alla trasmissione “Quarta repubblica”, Salvini parla di chilometro zero come strategia per tutelare allo stesso tempo l’ambiente e l’agricoltura.

Il Partito Democratico pone le questioni ambientali in primo piano sin dal titolo del suo programma: “Una nuova Europa per un’Italia che cresce, che cambia, più giusta, più forte e più verde”. Il PD parla di cambiamenti climatici e di come l’Unione Europea sia un attore chiave per limitarli. Il primo punto del programma afferma che “occorre un piano straordinario di investimenti in capitale umano, ricerca, infrastrutture materiali, immateriali e sociali, energie rinnovabili, welfare” per affrontare il cambiamento climatico. Il programma dei democratici auspica anche “più alti obiettivi di riciclaggio” che “si devono accompagnare con misure concrete di prevenzione della generazione di rifiuti a partire dalla progettazione eco-compatibile. Per proseguire la strategia contro l’inquinamento della plastica, bisogna anticipare al 2025 la data in cui tutti gli imballaggi di plastica dovranno essere pienamente riciclabili, compostabili o riutilizzabili”. Nel programma si parla anche di agricoltura sostenibile e di economia circolare.

Forza Italia dedica il punto 12 del suo programma alla sostenibilità ambientale e si parla soprattutto di limitazioni alla plastica per smettere di inquinare gli oceani, già fin troppo sfruttati. Il rispetto dell’ambiente, secondo il partito di Silvio Berlusconi, deve andare a braccetto con la crescita economica: “I cambiamenti climatici devono essere al centro dell’agenda politica europea, senza inutili estremismi ma mettendo insieme sviluppo e difesa del pianeta, perché sviluppo economico, competitività industriale e politiche climatiche sono complementari” ma non viene detto come coniugare questi aspetti.

Forza Italia fa parte del Partito Popolare Europeo, nel quale rientra “naturalmente – pur se in modo originale”, come si legge nel manifesto, anche il partito italiano Popolari per l’Italia, per il quale sul sito ufficiale non abbiamo trovato un programma specifico per le prossime elezioni europee né espliciti riferimenti alla questione del cambiamento climatico. Per quanto riguarda quindi i valori ambientali di Popolari per l’Italia ci si può rivolgere pertanto a quelli del partito europeo di appartenenza presentati nel sito ufficiale. Nessun programma europeo specifico individuato nemmeno per la lista Südtiroler Volkspartei, altro movimento che si colloca nell’alveo del Partito Popolare Europeo e ai cui rimandiamo per quanto riguarda i valori programmatici sull’ambiente. Altra forza che non presenta esplicito programma per le europee ma che, nel simbolo, rivendica l’appartenenza al PPE è il Popolo della Famiglia. Sul sito è reperibile un programma dettagliato, ma è quello delle elezioni politiche 2018 e non affronta le questioni legate al clima.

Di economia che sappia rispettare le istanze ambientali parla la lista unica che sancisce l’alleanza tra +Europa, Italia in Comune e Partito Democratico Europeo. Il quarto punto del programma è esplicito: “ La lotta ai cambiamenti climatici in atto può e deve essere l’asse portante della politica economica e fiscale, delle strategie industriali, delle politiche per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo. La sostenibilità ambientale delle nostre azioni pubbliche e private è per noi equivalente alla sostenibilità finanziaria”. +Europa parla esplicitamente di obiettivo emissioni zero entro il 2050 e di abbandono delle fonti fossili entro il 2030 e va anche più nel dettaglio parlando di “eliminazione progressiva dei sussidi e dei finanziamenti dannosi all’ambiente negli Stati membri e l’introduzione di un prezzo minimo europeo delle emissioni di diossido di carbonio”. Secondo questo programma serve anche una strategia europea per le foreste e un piano europeo per la riqualificazione urbana per una migliore qualità dell’aria. Mobilità, “patto con la terra” e “patto con il mare” sono altri paragrafi di un programma decisamente generoso e dettagliato nel fornire il punto di vista dell’alleanza sulla lotta ai cambiamenti climatici.

Secondo Fratelli d’Italia “non si può essere dei patrioti senza essere anche dei difensori della natura e dell’ambiente”. Così si può leggere al punto 11 del programma redatto dal partito di Giorgia Meloni. FdI auspica un’Europa all’avanguardia nella tutela del territorio e di una formazione ambientalista sin dalla scuola. Il programma poi elenca una serie di obiettivi: tutela dei mari, messa al bando a livello continentale di tutti i prodotti non biodegradabili, contrasto a ogni forma di inquinamento, sostegno all’energia pulita e alla riconversione delle aziende a elevato impatto ambientale, dazi nei confronti di Stati che non rispettano l’ambiente.

“Ambiente” è il primo punto dell’alleanza dei partiti ecologisti Europa Verde, che ha elaborato un programma fortemente incentrato sulla lotta al cambiamento climatico e tutela dell’ambiente. Europa Verde parla di conservazione delle specie, tutela della biodiversità, aumento delle aree protette, terrestri e marittime (almeno il 20%). Europa Verde promette sanzioni a chi danneggia la biodiversità e propone un superamento netto dei prodotti plastici non riciclabili, da tassare e vietare. Anche la mobilità è una strategia cardine: Europa Verde punta a un potenziamento delle reti ferroviarie (treni regionali, rapidi e notturni) a discapito di voli (da tassare maggiormente) e automobili.

Sul sito ufficiale di La Sinistra i valori ecologisti sono chiari sin dal manifesto. In particolare, al punto 4 del programma, La Sinistra parla dell’IPCC e dell’importanza di contenere il riscaldamento globale. Oltre alle questioni energetiche, il programma si rifà anche all’importanza della riduzione del rischio sismico ed idrogeologico, si pone in modo critico alla TAV Torino-Lione e verso privatizzazioni che sfruttano le risorse naturali generando inquinamento. Per quanto riguarda pesca e agricoltura,“un nuovo sviluppo e valorizzazione dell’agricoltura vanno perseguiti attraverso una difesa delle biodiversità, quindi opponendosi agli OGM, difendendo le aree agricole dalla cementificazione, ripopolando le zone rurali interne, valorizzando le produzioni mediterranee. Contemporaneamente vanno difese le risorse del mare, combattendo l’inquinamento e la pesca eccessiva e incontrollata”, si legge nel programma.

Attenzione all’ambiente anche per il Partito Pirata sin dal primissimo punto del programma, che parla di agricoltura e pesca “verso un’Europa sostenibile”. Questo primo step si suddivide in quattro sotto-punti nei quali il Partito Pirata va nel dettaglio nelle misure da attuare. Si parla di una Common Agriculture Policy che preveda fra le altre cose che “Il sostegno finanziario deve essere concesso secondo criteri di sostenibilità”. Per difendere il suolo, “i Pirati vogliono preservare e sviluppare l’agricoltura su piccola scala e l’agricoltura di sussistenza. L’agricoltura urbana e suburbana e il giardinaggio devono essere incoraggiati per ridurre i trasporti, fornire nutrizione, diffondere conoscenze, soddisfare i bisogni umani”. La biodiversità deve essere tutelata anche in mare, visto che il programma afferma che “I contingenti di pesca devono essere adeguati in base alla sostenibilità scientificamente evidente”. Il punto 4 parla poi di in modo dettagliato di “Ambiente, clima ed energia” nel quale il Partito afferma con chiarezza che “Deve essere attuato l’accordo di Parigi per limitare l’aumento della temperatura a 1,5 °C al di sopra dei livelli preindustriali”.

Anche il Partito Animalista mostra una chiara vocazione ambientale ed ecologista parlando di un voto per gli animali e per un futuro sostenibile. In particolare, alle pagine 9, 15, 16 e 17 è possibile leggere le proposte più attinenti all’ambiente. Il partito si dichiara contrario alla pesca intensiva, una strategia di consumo ormai irrealistica e pericolosa. A sostegno di questo, il programma cita un rapporto della Commissione europea che “ha stabilito come l’87% degli stock ittici mediterranei sia a rischio”. Il Partito parla anche di pesca con reti biodegradabili e stop immediato alla pesca di specie a rischio. Il programma propone lo stop ai pesticidi, una transizione “vegetale” dell’economia e di un ammodernamento delle infrastrutture che riesca a cambiare come ci spostiamo, con limitazioni alle automobili e agli aerei.

Sulla pagina Facebook di Marco Gheller, candidato dell’alleanza autonomista valdostana Autonomie per l’Europa, si può leggere una nota che evidenzia sei punti da attuare. Il quinto è rivolto all’ambiente: “Preservare l’ambiente montano promuovendone una gestione sostenibile, valorizzando i mestieri legati alle filiere e ai prodotti del territorio, in un contesto di sostegno all’agricoltura di qualità, di un “bilancio zero” del consumo del suolo, della riduzione e del riciclo dei rifiuti, tutto all’interno Politica Agricola Comune che valorizzi le peculiarità dell’agricoltura montana”.

Non ci sono espliciti o dettagliati riferimenti all’ambiente nel programma del Popolo delle Partite Iva, se non un rapido passaggio sulle rinnovabili: “Riconversione dei posti di lavoro pubblici in ambiti produttivi dello stato (es. società per lo sviluppo delle energie rinnovabili)”.

Per quanto riguarda il Partito Comunista, sul sito ufficiale si trova l’annuncio della partecipazione della lista alle prossime europee con il rimando a una pagina della rivista ufficiale “La Riscossa” che sintetizza gli obiettivi di tutte le forze comuniste e operaie d’Europa. Un punto è dedicato all’ambiente. Il Partito esige “basilare protezione dell’ambiente che viene sacrificata per i profitti del grande capitale”.

Non abbiamo trovato un programma per le Europee 2019, ma per le politiche 2018 Casa Pound dedicava un punto del programma alla questione energetica nel quale si parla di incentivi alle rinnovabili, studi di fattibilità per i biocombustibili, maggiore efficienza nel riciclo di scarti legnosi.

Anche per quanto riguarda Forza Nuova non è stato possibile reperire online un esplicito programma per le Europee 2019. Nel sito ufficiale c’è un documento con i valori e gli obiettivi del partito, ma non si parla di ambiente o di cambiamento climatico.

Ma com’è andata nella legislatura in chiusura?

Fin qui abbiamo visto le promesse, gli obiettivi e i valori delle liste che puntano a conquistare almeno uno dei 76 seggi (su 750, Brexit permettendo) destinati all’Italia. Ma come si sono comportati i partiti presente nella legislatura in corso, che si sta chiudendo?

Secondo un report pubblicato dall’ONG Climate Action Network, nel quinquennio in corso ci sono state 21 votazioni che hanno riguardato direttamente l’ambiente. L’ONG ha individuato come avrebbero dovuto votare gli eurodeputati al fine di tutelare al meglio le istanze ecologiste su temi che riguardano l’energia, le emissioni, la tutela delle foreste, l’uso del suolo assegnando un punteggio percentuale per ogni gruppo parlamentare. Sono stati così individuati gruppi che secondo CAN sono “difensori” dell’ambiente, gruppi che invece sono “procrastinatori” e infine gruppi definiti “dinosauri” che “non hanno ancora compreso la necessità di agire contro i cambiamenti climatici e che hanno impedito agli altri di fare di più”.

Il gruppo che fa segnare la percentuale media di maggior sostegno all’ambiente è il gruppo Verdi Europei – Alleanza Libera Europea, nel cui alveo trova collocazione il partito European Greens, soggetto europeo in cui rientra l’italiano Europa Verde. Gli altri difensori, staccati di circa 20 punti percentuali, sono Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica (GUE-NGL) (gruppo a cui dichiara appartenenza dal simbolo la lista italiana La Sinistra) e il gruppo dei Socialisti e Democratici. Fra i temporeggiatori troviamo il gruppo Europa della Libertà e della Democrazia Diretta (EFDD), del quale nella legislatura in corso ha fatto parte il Movimento 5 Stelle e l’Alleanza dei Liberali e Democratici per l’Europa (ALDE), gruppo liberale annunciato in scioglimento ma che è considerato vicino alle istanze di +Europa. Infine, tra i dinosauri si annoverano i gruppi Europa delle Nazioni e della Libertà (ENF), di cui fa parte la Lega, il Gruppo del Partito Popolare Europeo (nel quale rientrano FI, Popolari per l’Italia, SV e PDF) e, fanalino di coda a livello continentale, il Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), gruppo del partito europeo nel quale si riconosce Fratelli d’Italia.

Il report di CAN va nel dettaglio mostrando anche il comportamento dei partiti nazionali. Fra gli italiani, la delegazione del M5S è quella che ha votato più in linea con le indicazioni della ONG climatica, quindi spesso disallineandosi dal proprio gruppo. I parlamentari di L’Altra Europa, del gruppo GUE-NGL, sono al secondo posto, mentre altri tre soggetti di centrosinistra si collocano nelle posizioni successive ma sempre fra i difensori dell’ambiente: Sinistra italiana, PD, e MDP. Fra i “procrastinatori” c’è la Südtiroler Volkspartei, anch’essa più ambientalista del suo gruppo di appartenenza. Gli altri partiti italiani hanno agito, secondo CAN, da dinosauri: nell’ordine, Alternativa Popolare, Fratelli d’Italia, Forza Italia, UdC e Lega Nord.


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

 

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Enrico Bergianti
Giornalista pubblicista. Scrive di scienza, sport e serie televisive. Adora l'estate e la bicicletta.