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Conservare fuori dalla portata dei bambini

Tra il 2002 e il 2016 quasi 65.000 bambini sotto i cinque anni sono stati trattati nei reparti di emergenza USA dopo essere entrati in contatto con shampoo, acetone e altri prodotti per la cosmesi.

Immagine: Pixabay

Keep out of reach of children”, ovvero conservare fuori dalla portata dei bambini. Il messaggio, presente sulle etichette di vari prodotti – dagli shampoo alle creme per il viso, dai cosmetici alle lozioni per capelli – è chiaro, semplice, non fraintendibile. Eppure i bambini continuano a ingerire e toccare sostanze nocive, evidentemente perché conservate in luoghi raggiungibili, con conseguenze a volte anche molto gravi.

Secondo un nuovo studio condotto dal Center for Injury Research and Policy presso l’ospedale pediatrico nazionale di Columbus, in Ohio, in media ogni due ore un bambino finisce al pronto soccorso per aver ingerito o essere entrato in contatto con un prodotto per la cura personale. I risultati della ricerca, pubblicati su Clinical Pediatrics, sono a dir poco allarmanti. Nell’arco di un quindicennio, tra il 2002 e il 2016, quasi 65.000 bambini di età inferiore ai cinque anni sono stati trattati nei reparti di emergenza degli ospedali statunitensi per lesioni o ustioni provocate da prodotti con cui non sarebbero mai dovuti entrare in contatto. Di questi, sei su dieci hanno un’età inferiore ai due anni.

“Se si riflette su quel che vedono i bambini quando guardano certi prodotti, è facile capire come possano verificarsi questi incidenti”, ha detto in un comunicato Rebecca McAdams, co-autrice dello studio e collaboratrice del Center for Injury Research and Policy. “I bambini di questa età non sanno leggere, quindi non sono consapevoli di quello che hanno davanti. Vedono una bottiglia con un’etichetta colorata che ricorda – per l’aspetto o il profumo –  qualcosa che è consentito mangiare o bere, quindi cercano di aprirla e, se ci riescono, ne ingeriscono il contenuto. Se la bottiglia  in questione è un solvente per unghie anziché un succo di frutta oppure una lozione invece di uno yogurt, possono verificarsi gravi lesioni”.

I risultati

Secondo lo studio, l’ingerimento di un prodotto tossico è la causa principale delle lesioni nei bambini in oltre tre casi su quattro, seguito dal contatto con la pelle e con gli occhi. Nell’86,2% dei casi l’ingestione o il contatto con queste sostanze provoca intossicazione o avvelenamento, mentre il  restante 13,8% dei bambini subisce ustioni chimiche più o meno gravi.

La categoria di prodotti per la cura delle unghie supera tutte le altre come causa di lesioni infantili, rappresentando il 28,3% dei casi. Seguono i prodotti per la cura dei capelli (27,0%), quelli per la cura della pelle (25,0%) e infine profumi e deodoranti (12,7%).  L’acetone, utilizzato per la rimozione dello smalto, è il prodotto a causa del quale più bambini sono stati trasportati al pronto soccorso (17,3% di tutti gli infortuni), mentre le lesioni più gravi, per le quali è stato necessario ricorrere al ricovero in ospedale, sono provocate soprattutto da prodotti per la cura dei capelli (52,4% dei casi), come lacche e lozioni fissanti e liscianti.

L’importanza della prevenzione

Lo studio ribadisce un fatto apparentemente ovvio, ma purtroppo ancora non del tutto recepito in tante famiglie. Il problema non sono le caratteristiche intrinseche di questi prodotti, ma la facilità di accesso da parte dei bambini, soprattutto quelli molto piccoli. “I bambini guardano i loro genitori mentre usano questi articoli e spesso provano a imitare il loro comportamento”, sottolinea McAdams, “visto che non è attualmente richiesto l’imballaggio a prova di bambino, è importante che i genitori mettano via questi prodotti immediatamente dopo l’uso e li conservino in modo sicuro, fuori dalla portata dei loro figli, preferibilmente in un armadietto con serratura”.

Genitori, babysitter ed educatori dovrebbero essere le prime figure a mettere in atto tutti gli accorgimenti necessari a evitare che si verifichino infortuni di questo tipo ma, secondo gli autori, in molti continuano a sottovalutare il rischio. Nel loro studio, i ricercatori auspicano che i pediatri approfittino delle visite di routine ai bambini per informare in modo adeguato e completo i genitori sull’argomento e su tutte le pratiche utili a prevenire incidenti domestici potenzialmente molto gravi. Non solo riporre i prodotti lontano dalla portata dei bambini, ma anche conservarli sempre nei loro contenitori originali.

Il Center for Injury Research and Policy, che opera per migliorare la comprensione scientifica dell’epidemiologia degli infortuni al fine di ridurre i decessi e le disabilità pediatriche legate a questo genere di lesioni, ha potuto realizzare questo studio grazie alle informazioni fornite dal National Electronic Injury Surveillance System, sistema per la raccolta dati sugli infortuni relativi ai prodotti di consumo che si verificano negli USA.

Il problema non riguarda di certo solo gli Stati Uniti. Numerosi studi dimostrano che il fenomeno non conosce confini. Secondo l’European Report on Child Injury Prevention, l’avvelenamento per ingestione non intenzionale di sostanze tossiche è la terza causa di morte tra i bambini europei. La soluzione principale? Sempre la stessa: “keep out of reach of children”. Conservare fuori dalla portata dei bambini: il messaggio è chiaro, semplice, non fraintendibile.


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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Simone Petralia
Giornalista freelance. Amo attraversare generi, discipline e ambiti del pensiero – dalla scienza alla fantascienza, dalla paleontologia ai gender studies, dalla cartografia all’ermeneutica – alla ricerca di punti di contatto e contaminazioni. Ho scritto e scrivo per Vice Italia, Scienza in Rete, Micron e altre testate. Per OggiScienza curo Ipazia, rubrica in cui affronto il tema dell'uguaglianza di genere in ambito scientifico attraverso le storie di scienziate del passato e del presente.