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La salute mentale prima e dopo il parto

Non solo baby blues e di depressione post partum: ecco alcuni dati sui disturbi mentali durante la gravidanza e il primo anno di vita del bambino.

Durante la gravidanza o subito dopo il parto quasi una donna su cinque sviluppa un disturbo mentale. Secondo la Fondazione ONDA (Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna) sono oltre 90.000 le donne che soffrono di ansia e depressione, i due disturbi più comuni. Come spesso succede per i disturbi psichici, queste stime sono approssimate per difetto, dal momento che i sintomi sono sottovalutati sia dalle pazienti sia dai clinici.

I disturbi dell’umore spesso si manifestano già durante la gravidanza. Ricerche stimano che il 40% delle donne che hanno sofferto di depressione post partum soffrivano della malattia da prima della nascita del figlio. Gli studi epidemiologici riportano dati molto variabili: una percentuale di donne che va dal 10-16% al 14-23% ha avuto un episodio depressivo mentre era incinta. La prevalenza è maggiore nel primo trimestre e decresce nelle fasi successive. Quasi la metà delle donne che in gravidanza presentano sintomi depressivi richiede un intervento medico.

Non solo depressione ma anche ansia e tocofobia

Si stima che i disturbi d’ansia siano altrettanto comuni, anche se hanno ricevuto minore attenzione e gli studi disponibili sono considerati poco affidabili. È più difficile individuare questo tipo di disagio anche perché si ha una sovrapposizione tra i sintomi della malattia e le manifestazioni della gravidanza. Vomito e nausea, affaticamento, stanchezza, disturbi dell’alimentazione, disturbi del sonno e sindrome delle gambe senza riposo si osservano, infatti, in entrambe le situazioni.

Ma anche l’ansia è associata a conseguenze negative per il feto, nonché alla comparsa di depressione post partum. A differenza della depressione, lo stato d’ansia aumenta con il progredire della gravidanza e ha valori più elevati nel terzo trimestre. Le donne che sperimentano questo disturbo alla 32esima settimana hanno un rischio maggiore di sviluppare la depressione nel periodo post natale.

Altri disturbi che possono manifestarsi durante la gravidanza sono la tocofobia (paura del parto) e la negazione della gravidanza stessa. La tocofobia, nella forma grave, colpisce 5 donne su 100 ed è associata alla scelta di un parto cesareo. La negazione fino alla 20esima settimana riguarda una donna su 475, mentre in un caso su 2455 la gravidanza non viene riconosciuta fino al parto.

I più comuni disturbi nel post partum sono il baby blues (o maternity blues), la depressione e la psicosi. Il disagio psichico, però, si può manifestare anche sotto forma di disturbo della condotta alimentare, della relazione mamma–bambino, d’ansia o disturbo post traumatico da stress.

Disturbi dopo il parto

Nei giorni immediatamente successivi al parto, tra il 50 e l’80% delle mamme soffre di baby blues, una forma benigna di depressione caratterizzata da sintomi lievi. Lo stato di malinconia tipico di questa fase è dovuto al crollo degli estrogeni e del progesterone ed è associato a crisi di pianto, irritabilità, inquietudine e ansia. Nella maggior parte dei casi il disturbo si risolve entro sette/dieci giorni ma non va sottovalutato perché per il 20% delle donne evolve in una forma di depressione più grave. Per le mamme che hanno sofferto di baby blues il rischio di sviluppare depressione post partum è, infatti, maggiore di quasi 4 volte.

La depressione post partum può avere diversi livelli di gravità e colpisce il 10-15% delle donne durante il primo anno di vita del bambino. La malattia compare in genere nelle tre-quattro settimane che seguono i parto e i sintomi si riconoscono più chiaramente intorno al quarto-quinto mese. Tra il 20 e 40% delle donne che ne soffrono hanno un’alta possibilità di ricaduta in una successiva gravidanza.

I disturbi d’ansia (ansia generalizzata, fobia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell’adattamento, disturbi di panico e agorafobia) sono comuni quanto la depressione. I disturbi nella relazione madre-bambino interessano nel 10-25% delle donne che si rivolgono a uno psichiatra dopo la nascita di un bambino. Sono caratterizzati da un sentimento negativo nei confronti del figlio, che si esprime come rifiuto o come rabbia patologica.

Il disturbo ossessivo-compulsivo colpisce il 2-5% delle donne dopo il parto mentre il disturbo post traumatico da stress si manifesta in una percentuale di donna compresa tra il 2-3% sino al 25%. Si può manifestare nelle mamme che hanno subito un trauma in gravidanza, durante il travaglio o il parto o nel post partum. Spesso si tratta di una complicazione del parto gestita male.

La forma più grave e più rara di disturbo psichico post partum è la psicosi puerperale, che colpisce una donna ogni mille. Si manifesta tra le 48 ore e le due settimane dopo il parto, ma può esordire anche a distanza di 12 settimane. È caratterizzata da deliri, allucinazioni, variazioni dell’umore, disturbi del sonno e pensieri ossessivi sul bambino. I sintomi possono già essere presenti durante la gravidanza, soprattutto in donne che hanno vissuto episodi psicotici o hanno sofferto di disturbo bipolare. In un caso ogni 50.000 si manifestano forme gravi, considerate un fattore di rischio per negligenza nella cura del bambino, infanticidio e suicidio.

Il suicidio è una delle cause di morte più frequenti tra le donne entro 1 anno dal parto in molti paesi ad alto reddito. In Italia i dati raccolti da uno studio condotto dal sistema di sorveglianza ostetrica (ItOSS) parlano di 2,3 casi di suicidio materno ogni 100 mila nati vivi. Circa il 60% delle donne suicide avevano manifestato in passato un disturbo psichiatrico, con prescrizioni di psicofarmaci e/o diagnosi di disturbo mentale e/o contatto con uno specialista della salute mentale.

I disturbi nel post parto non riguardano solo le mamme. Gli studi condotti sugli uomini non sono molti ma secondo una ricerca pubblicata nel 2017, la depressione in Italia colpisce l’11% dei nuovi papà, in accordo con i valori identificati in altri paesi. Il tasso di depressione che si manifesta durante la gravidanza diminuisce nei primi mesi dopo il parto per aumentare di nuovo dal quinto-sesto mese fino al primo anno.


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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Francesca Camilli
Comunicatrice della scienza e giornalista pubblicista. Ho una laurea in biotecnologie mediche e un master in giornalismo scientifico.