SALUTE

Dolore al braccio? Potrebbe essere cervicobrachialgia

Formicolio localizzato, talvolta dolore anche acuto dalla spalla al braccio. Niente paura: in genere non c'entra l'ernia del disco e la ginnastica può aiutare moltissimo.

Svegliarsi a un tratto di notte con una strana sensazione che irradia dalla spalla al braccio, fino alla punta delle dita. Una sorta di formicolio localizzato, in termini tecnici parestesia, nei casi più fortunati, ma che per molti è da subito un forte dolore.

Può essere cervicobrachialgia, un’infiammazione dei nervi del plesso brachiale, la rete nervosa periferica nella zona della colonna vertebrale da cui originano la capacità sensitiva e motoria degli arti superiori, dalla spalla alle dita. La caratteristica principale è proprio la localizzazione del dolore: diffuso in modo radiale dalla spalla alle dita e in particolare a gruppi specifici di dita, a seconda del nervo infiammato. Dopo aver parlato di esercizi corretti per il mal di schiena, oggi approfondiamo il temuto dolore al braccio sinistro.

“Talvolta le persone si spaventano perché interpretano il dolore al braccio, se sinistro, come un sintomo di infarto – spiega a OggiScienza Enrico Aimar, neurochirurgo dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano – ma in realtà si tratta di due dolori molto diversi: il dolore da infarto è acuto, come una fitta e si estende dal petto, mentre il dolore del plesso brachiale è un dolore più sordo e che non interessa il petto, ma si estende lungo il braccio”.

I sintomi

La colonna vertebrale è composta da 33 vertebre dalle quali partono i nervi in tutto il corpo. Da ogni gruppo di vertebre irradiano gruppi di nervi e, nella fattispecie, il plesso brachiale coinvolge le vertebre dalla quinta all’ ottava (C5, C6, C7, C8) e la prima radice a livello toracico (T1). Per esempio, dalle ultime due radici, C8 e T1, derivano i nervi ulnare e mediano per la mano, la cui infiammazione può portare a sentire fastidio o dolore alle ultime due dita della mano.

In molti casi può capitare che uno o più nervi siano schiacciati traducendosi, a seconda della zona del plesso brachiale, in una serie di sintomi che avvertiamo, come rigidità nucale, una sensazione di pesantezza e debolezza, dolore, torcicollo acuto ma anche parestesie e intorpidimento, spesso nelle dita accompagnate da una sensazione di gonfiore o di freddo.

Perché insorge

“Le ragioni dell’insorgenza di cervicobrachialgia possono essere di diverso tipo: dall’ernia del disco, che è la più diffusa, dove cioè avviene una rottura della cartilagine fra due vertebre, che finiscono per schiacciare i nervi lì presenti, fino a stenosi cervicale, cioè l’artrosi dovuta all’invecchiamento vertebrale, ma anche a traumi cervicali dovuti a incidenti o a sforzi eccessivi, o alla prolungata abitudine a posture errate”.

Normalmente, se ci sono dei dubbi su un’origine più grave, si procede con una risonanza magnetica e una radiografia. Se alla base del problema c’è ad esempio un’ernia, si valuta la situazione con una visita neurochirurgica e si considera la possibilità di un intervento.

“Negli ultimi anni assistiamo a un aumento di persone che soffrono di problemi legati alla colonna vertebrale, e sebbene non ci siano studi ampi sulle cause dell’aumento di incidenza, empiricamente notiamo un aumento di casi di persone che si sottopongono ad attività sportiva esagerata rispetto alle loro condizioni fisiche, così come di abitudini errate per esempio legate alla postura sul luogo di lavoro, come stare tanto al computer” continua Aimar.

La prevenzione parte dalla muscolatura

Anche se il problema riguarda i nervi e la colonna, si agisce prevalentemente sulla muscolatura, con massoterapia (massaggi) e ginnastica. “È la muscolatura a sostenere la colonna, gioca un ruolo fondamentale per il benessere di tutta la schiena, e con una ginnastica costante si ottengono ottimi risultati a tutte le età” continua Aimar.

“La prima cosa da fare all’insorgere del dolore è recarsi dal medico, che normalmente suggerisce una terapia farmacologica iniziale per abbassare il dolore, solitamente a base di cortisonici o di miorilassanti. Se lo ritiene poi consiglia una visita specialistica, ma in ogni caso può essere utile informarsi da subito sulla possibilità di una seduta di ginnastica posturale e cervicale parallelamente alla terapia farmacologica per rafforzare la colonna e iniziare il processo di prevenzione di problemi simili in futuro”.


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.