Cibo e benessere: vivere in casa ai tempi del Covid-19
Lucilla Titta, biologa nutrizionista, ricercatrice presso l’Istituto europeo di oncologia (IEO) di Milano, ci aiuta a capire come gestire l'alimentazione in quarantena.
Lavorare da casa, trascorrere gran parte della giornata seduti davanti allo schermo del pc e, magari, come spesso accade nelle grandi città, vivere in un’abitazione dalla metratura ridotta. Le limitazioni imposte dalla quarantena da Covid-19 iniziano a gravare su gran parte della popolazione italiana, costretta a un regime di isolamento domestico ormai da tempo – in alcuni casi, da più di un mese – e alle prese con risvolti di tipo fisico e psicologico. Crescono i disagi dovuti al mancato movimento e se da un lato cucinare, impastare, sfornare pizze e manicaretti rappresenta un valido antistress, dall’altro rischia di mettere a dura prova metabolismo e bilancia.
La quarantena, infatti, ha modificato le abitudini alimentari degli italiani, come dimostrano le indagini di Altroconsumo, che confrontano il periodo gennaio-marzo 2019 con quello del 2020, segnalando un aumento del volume totale degli acquisti del 17,8%, con punte del 105,9% per farine e miscele.
Il report di Nielsen conferma il trend di acquisti, tracciando un nuovo spaccato del carrello degli italiani, frutto dei tre principali “effetti-Coronavirus”: acquisti da stock, prevenzione e salute, e resto a casa. Gli acquisti da effetto “stock”, oltre alla farina, vedono protagonisti uova di gallina (+53,7%), latte UHT (+34,1%), surgelati (+6,8%), conserve animali (+32,1%), burro (+79,7%), conserve rosse (+50,8%), pasta (+22,6%), riso (+37,9%) e caffè macinato (+21,5%). A seguire, gli acquisti da effetto “resto a casa”, basati per lo più sui comfort food e su un preoccupante incremento di alcolici, segnalato anche dall’app Winelivery (consegna di vino e bevande a domicilio), che nelle prime due settimane di quarantena ha registrato un +25% nelle vendite, con punte di +50% a Milano, Torino e Bologna.
Tra i cibi #stayathome più acquistati, Nielsen annovera: pizza surgelata (+45,7%), vino (+12,4%), birre alcoliche (+11,3%), affettati (+28,1%), mozzarelle (+44,6%), wurstel (+44,2%), patatine (+25,7%), spalmabili dolci (+61,3%), gelati (+21,5%), wafer (+16,2%). Da segnalare, anche l’aumento notevole delle vendite di camomilla (Report Nielsen, Vendite a valore per categoria nella settimana 12 del 2020 vs. la stessa settimana del 2019).
Nutrirsi bene per vivere al meglio
Restare lontani dal frigo quando si è sotto pressione non è facile, ma alcune regole d’oro possono aiutarci a salvare la linea, preservando il nostro stato di salute. Abbiamo chiesto a Lucilla Titta, biologa nutrizionista, ricercatrice presso l’Istituto europeo di oncologia (IEO) di Milano, coordinatrice del progetto di ricerca in Scienza della Nutrizione e Comunicazione SmartFood, alcuni consigli per gestire al meglio la nostra alimentazione.
“Per restare in salute e prevenire eventuali patologie, anche in questo caso, occorre seguire le Linee guida per una sana alimentazione stilate dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA)”, specifica la biologa, ricordando la necessità di prediligere verdura e frutta, idratarsi, variare il più possibile la propria dieta e ridurre il consumo di cibi grassi, zuccherati e salati. Per quanto riguarda la vitamina C, non ci sono prove che abbia un ruolo preventivo e terapeutico in caso di Covid-19 (ne avevamo già parlato qui) così come non esistono studi in grado di confermare che assumere più vitamina D riduca il rischio di contagio.
In merito all’assunzione di vitamina C, in particolare, la scienziata sottolinea che non è necessario assumere integratori, a meno che non ci si possa approvvigionare di frutta e verdura fresche. Per esaurire il fabbisogno quotidiano di questa vitamina, infatti, basta mangiare, per esempio, mezzo peperone crudo o bere un bicchiere di spremuta d’arancia. “È importante, anche in queste circostanze, salvaguardare la salute dell’intestino, assumendo, ogni giorno almeno 25-30 g di prebiotici – principalmente fibre -”, continua Titta, promuovendo un consumo maggiore di verdure a sfavore di dolci, e prodotti da forno salati e grassi, così come una riduzione della densità energetica dei pasti. “È altamente consigliato, soprattutto agli smart worker che trascorrono gran parte del tempo seduti in casa, di limitare gli orari in cui si mangia. L’accesso al frigo e alla cucina deve essere scandito in tre momenti della giornata”, spiega la nutrizionista. “Occorre evitare gli snack e, poiché è possibile avere più flessibilità in termini di fasce orarie, cercare di distanziare la cena dalla colazione. Quindi, cenare entro le ore 20:00 e fare colazione dopo le 8 del mattino, dilatando il digiuno notturno e favorendo molte funzioni dell’organismo, così come il controllo del peso”.
SmartFood IEO contribuisce al benessere dei cittadini, fornendo gratuitamente consigli nutrizionali, ricette, menù salutari ed esercizi per rimanere in forma anche in casa, visualizzabili sul sito ufficiale e sui canali social del programma.
Muoversi per mantenersi in forma
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