Farmaci illegali: un mercato in crescita che vale 4,4 miliardi di dollari
I farmaci contraffatti sono vere e proprie truffe: il contenuto non corrisponde a quanto indicato nel bugiardino o nella confezione.
Rubati, dirottati e poi venduti su mercati diversi da quelli a cui erano destinati. Oppure direttamente contraffatti, come una borsa o un capo di abbigliamento falsi, e per questo pericolosi. Sono le tre attività criminali che colpiscono il mercato dei farmaci a livello mondiale per un giro di affari che il recente rapporto dell’OCSE calcola in 4,4 miliardi di dollari l’anno (anno di riferimento 2018).
A preoccupare è soprattutto il tasso di crescita. Secondo i dati del Pharmaceutical Security Institute (PSI), un’organizzazione no-profit internazionale che monitora il settore, tra il 2014 e il 2018 (l’ultimo anno di cui sono disponibili i dati), il numero delle intercettazioni di farmaci rubati, dirottati o contraffatti è passato da 2117 a oltre 4400:
Di che cosa stiamo parlando
I farmaci contraffatti sono vere e proprie truffe: il contenuto non corrisponde a quanto indicato nel bugiardino o nella confezione. A rischio è la salute di chi li assume, perché potrebbero non essere efficaci per la patologia o il disturbo del paziente, se non addirittura pericolosi per la salute. A differenza di una borsa o un capo di abbigliamento falsi, nel caso dei medicinali la situazione è aggravata dal fatto che chi li acquista spesso non sa che si tratta di falsi. Lo dice, per fare un esempio, un altro documento dell’OCSE uscito due anni fa e dedicato alla contraffazione in Italia: il 90% degli italiani che comprano farmaci contraffatti non ne sono coscienti.
Uno dei mercati classici è lo street market, la strada, proprio come per altri tipi di falsi. Un mercato parallelo sul quale finiscono molto spesso anche i farmaci rubati o dirottati. Contrariamente a quanto si possa pensare, i furti sono però eventi piuttosto rari. Molto più di frequente succede invece che una partita di un farmaco regolarmente prodotto venga distratta e poi venduta in un altro paese rispetto a quello dove era destinata. In questo caso non ci sono ladri che agiscono nottetempo o assaltano un tir. L’azione è piuttosto di tipo burocratico: falsi documenti di trasporto, bolle di accompagnamento adulterate e così via. Lo scopo è di solito quello di far giungere in un paese dove non è stato approvato ufficialmente dall’ente regolatore un determinato farmaco: perché la molecola non è stata approvata, perché il dosaggio è diverso da quello consentito, perché la combinazioni di molecole non è stata approvata, ecc.
In altri casi, e il rapporto ne cita diversi avvenuti in America Latina, lo Stato acquisisce alcuni medicinali a un prezzo scontato (perché compra in stock, perché ha un’agevolazione per un’emergenza, ecc.) e questi farmaci non arrivano agli ospedali ma vengono illegalmente, mazzetta dopo mazzetta, dirottati verso lo street market dove vengono venduti a un prezzo maggiore. Tutte queste pratiche mettono a repentaglio la salute di chi assume questi farmaci, perché il trasporto non ne garantisce le condizioni ideali di conservazione.
Come avevamo già scritto riguardo ai sequestri di farmaci illegali legati all’emergenza COVID-19, anche il rapporto OCSE attribuisce una parte della crescita del mercato alla facilità con cui su Internet si possono far incontrare domanda e offerta. Non fornisce, però, dati specifici a riguardo, ma si limita a sottolineare il ruolo delle polizie postali nella lotta a questi crimini.
Sul fronte di cosa si contrabbandi o falsifichi non c’è una lista dettagliata, ma il rapporto fornisce una suddivisione per ambiti terapeutici. Il primo posto, guardando il numero di sequestri e intercetti complessivi, riguarda l’ambito genetiourinario, che da solo copre il 13,9% del totale. Non è difficile, in questo caso, vedere il peso di stimolanti erettili più o meno famosi e più o meno efficaci.
Le strade dell’illegalità
Gli esperti di PSI e OCSE sottolineano come sul fronte della provenienza dei farmaci si siano oramai consolidati delle vie privilegiate. In termini di valore del mercato, la maggior parte dei prodotti contraffatti e dirottati nel 2018 proveniva dall’Asia: India, Cina e Hong Kong soprattutto:
Discorso diverso, invece, se si va a guardare dove si sono realizzati la maggior parte dei sequestri. Cioè, se si va a vedere in che paese si sono intercettati i farmaci di origine criminale. Ecco quindi che fanno capolino i paesi europei (Germania e Svizzera) e l’Australia come paesi di destinazione.
In termini generali, sottolinea il rapporto, “mentre la Cina e l’India sono i principali produttori di medicinali contraffatti, gli Emirati Arabi Uniti, Singapore e Hong Kong servono come economie di transito. Altri punti di transito rilevanti per prodotti farmaceutici falsi includono Yemen e Iran”, ma hanno giri di affari più contenuti rispetto a tre summenzionati.
Gli impatti
I primi e diretti sono i problemi legati alla sicurezza dei farmaci contraffatti o dirottati: che cosa contengono davvero? Il trasporto ha contaminato o alterato le sostanze di cui sono composti? Con conseguenze che si allargano velocemente dal piano individuale a quello collettivo.
Un’ulteriore conseguenza negativa è il calo di fiducia nel sistema sanitario nazionale e nello stato stessi. In fin dei conti, quando parliamo di dirottamenti di farmaci destinati agli ospedali è sempre implicito che ci sia l’operato criminale di qualche burocrate che agisce per conto o assieme alle organizzazioni criminali stesse. A volte creando anche delle disparità ingiustificate sulla possibilità di accedere a un farmaco, che sul mercato illegale tende inevitabilmente a favorire chi più può spendere.
Leggi anche: Con COVID-19 in Italia è cresciuto il mercato dei farmaci illegali
Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.
Immagine: Pixabay