Lo stato delle foreste
I dati del nuovo report FAO ricordano che le foreste sono cruciali, anche per la nostra sopravvivenza. Dal 1990 a oggi abbiamo perso oltre 400 milioni di ettari, convertendo il terreno ad altri usi.
La FAO ha recentemente pubblicato il report 2020 sullo stato globale delle foreste, che riassume i dati dell’ultimo decennio. Il report arriva in un momento particolare: il mondo sta ancora combattendo con il COVID-19, priorità assoluta in questo periodo storico per gran parte dell’umanità e delle organizzazioni internazionali. Nonostante ciò, la FAO afferma che non dobbiamo dimenticarci dell’importanza dell’ambiente, in particolare delle foreste, che possono contribuire in modo importante alla salute dell’essere umano. Questo perché la distruzione delle foreste può concorrere a interrompere l’equilibrio della natura e aumentare il rischio e l’esposizione delle persone alle malattie zoonotiche.
Vediamo in un racconto in numeri quali paesi del mondo hanno il maggior numero di foreste e la maggiore estensione, quali tipi di foreste sono diffusi e dove, i numeri della deforestazione aggiornati all’anno in corso, le aree protette e gli sforzi che sono in atto per contrastare la deforestazione.
Le foreste del pianeta
Le foreste, ovvero un “insieme di piante arboree distribuite su una vasta superficie di terreno”, ricoprono circa il 31% della superficie delle terre emerse, quindi circa 4,06 miliardi di ettari. È anche da esse che dipende il benessere dell’uomo e degli animali, dal momento che sono fondamentali per la loro biodiversità, per il clima e per il nutrimento. Circa un miliardo di persone nel mondo, infatti, dipende direttamente da esse per il cibo, rifornendosi di carne, prodotti vegetali, funghi e pesci che vi cacciano, pescano o raccolgono, soprattutto nei paesi a basso reddito, ma anche in Europa, dove circa 100 milioni di persone consumano regolarmente cibo recuperato direttamente in natura. Inoltre circa 2,4 miliardi di persone globalmente utilizzano il legname delle foreste per cucinare.
Nonostante questo fondamentale ruolo svolto dalle foreste nella vita dell’uomo, la deforestazione per l’utilizzo della terra per scopi diversi (soprattutto l’agricoltura), ha fatto si che circa metà delle foreste del pianeta sia severamente danneggiata dall’attività umana.
Le foreste sono distribuite in maniera disomogenea nel globo: solo 5 Paesi del mondo (Brasile, Canada, Cina, Russia e USA) ospitano circa la metà delle foreste del pianeta, che differiscono anche per tipologia.
La maggior parte delle foreste del mondo (45%) è di tipo tropicale, seguite da quelle boreali, temperate e subtropicali. La foresta tropicale è diffusa nei paesi a ridosso dell’equatore, dove il clima è caldo e umido tutto l’anno, mentre quella boreale (o taiga) nelle zone vicine all’artico.
Le foreste possono però essere classificate anche in base all’impatto che l’essere umano ha avuto su esse. Le foreste primarie (circa il 36% delle foreste totali), sono quelle non toccate dall’attività umana e per questo sono le più mature e quelle che hanno una maggiore biodiversità. Ci sono poi le foreste naturali (57%) che sono quelle in cui l’uomo ha inserito alcune specie vegetali e animali e infine le foreste piantate (7%), che sono spesso create per ottenere prodotti legnosi e non, evitando la deforestazione degli altri tipi di foreste.
Deforestazione in calo, ma non eliminata
La deforestazione avviene solitamente per destinare la terra originariamente coperta da foreste ad altri scopi, come l’agricoltura. L’area netta globale di foresta è diminuita di 178 milioni di ettari dal 1990 al 2020(*). Stiamo parlando di una superficie pari a quella dello stato della Libia. La buona notizia è che fortunatamente la deforestazione è in calo: mentre nella decade 1990-2000 ammontava globalmente a circa 7,8 milioni di ettari l’anno, nella decade 2000-2010 è passata a 5,2 milioni di ettari, per scendere ancora nel decennio successivo, quello 2010-2020 quando si è assestata a 4,7 milioni di ettari l’anno. Questi numeri si riferiscono al netto delle foreste nuove che sono cresciute.
Nonostante ciò, però, deforestazione e distruzione delle foreste non si sono fermate, causando un’importante perdita di biodiversità, rischi idrogeologici e climatici. Gli incendi di cui si è parlato moltissimo negli ultimi mesi, in Amazzonia e in Australia, che hanno causato la perdita di milioni di ettari di foreste, non sono però gli unici eventi di perdita importante di foreste.
Nonostante queste notizie abbiano avuto ampia eco internazionale, infatti, è l’Africa la zona del mondo dove si è verificata la più rilevante perdita di foresta recente: nel decennio 2010-2020 il tasso annuale è stato di 3,9 milioni di ettari. Oltre all’Africa, anche il Sudamerica ha visto un importante perdita di ettari di foresta: ben 2,6 milioni di ettari l’anno negli ultimi 10 anni.
Mentre in Sudamerica c’è stato un lieve miglioramento negli anni (da -5,1 milioni di ettari l’anno nel decennio 1990-2000 a -2,6 milioni di ettari l’anno del decennio appena trascorso), in Africa si è verificato invece un aumento della superficie di foresta persa (da -3,3 milioni di ettari l’anno del periodo 1990-2000 a -3,9 degli anni 2010-2020).
L’obiettivo di crescita 2030
Siamo già in ritardo per rispettare l’obiettivo che era stato fissato per il 2030 di aumentare del 3% la superficie terrestre coperta da foreste, nonostante tanto sia stato fatto. Ben 726 milioni di ettari di foreste sono considerati aree protette nel mondo, soprattutto in Sudamerica, dove lo è il 31% delle foreste. Il numero di aree protette è aumentato di 191 milioni di ettari dal 1990, ma la crescita delle aree boschive nel mondo non sta seguendo i ritmi necessari per raggiungere l’obiettivo.
Mentre l’Asia ha registrato il maggior aumento di foreste nel decennio 2010-2020, purtroppo in Africa e in Sudamerica le foreste non solo non sono aumentate, ma sono diminuite, e negli altri continenti la crescita è molto blanda.
Uno dei progetti in atto da parte della FAO per invertire la rotta è il programma Action Against Desertification, attivo in dieci paesi africani per contrastare la desertificazione e promuovere coltivazioni su piccola scala. I primi sforzi hanno fatto sì che sia in atto il recupero di circa 60mila ettari di terra.
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Immagine: Pixabay
(*) Questa frase è stata modificata il 17 giugno 2020 in quanto non era chiara la differenza tra i 420 milioni di ettari totali di foresta persa a causa della destinazione dela terra ad altri usi, e i 178 milioni di ettari ovvero l’area netta globale di foresta diminuita.