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La sindrome di Morgellons

La nostra rubrica di teorie e pratiche pseudoscientifiche moderne questa settimana ci fa conoscere una strana sindrome che per gli scienziati si riconduce a una parassitosi maniacale.

La sindrome di Morgellons è il nome attribuito a una patologia della pelle caratterizzata da lesioni, dolore e piaghe che possono contenere materiale fibroso. La sindrome di Morgellons non è reale. È, in genere, il paziente che auto-diagnostica la malattia e la identifica come Morgellons. Oggi, dopo varie indagini scientifiche, c’è un ampio consenso nel ritenere Morgellons una particolare forma di parassitosi delirante. Le vicende che portarono questa malattia all’attenzione del pubblico, risalgono al recente passato. 

Fibre tessili che crescono sottopelle

A far conoscere la sindrome di Morgellons fu Mary Leitao, biologa laureata alla University of Massachusetts-Boston ed ex tecnico di laboratorio, che nell’estate del 2001 dichiarò che uno dei suoi figli (Drew, all’epoca di quasi 3 anni d’età) presentava piccole e inspiegabili lesioni a un labbro. Le ferite provocavano dolore e prurito; e Drew lamentava la presenza di non meglio precisati insetti formicolanti nella zona colpita. Leitao, utilizzando un modesto microscopio giocattolo, esaminò le ferite e osservò che erano presenti fibre di vari colori. Mary Leitao intraprese una lunga e faticosa serie di visite a medici e specialisti, i quali non ricollegarono i sintomi descritti ad alcuna particolare malattia. Mary Leitao continuò le sue ricerche, anche su alcuni forum internet statunitensi dedicati ai disturbi della pelle e su cui gli utenti condividono le proprie esperienze. È qua che iniziò a sentire parlare per la prima volta di “fibre” che germogliano da lacerazioni della pelle. Lei stessa le descriveva come sottili filamenti di tessuti colorati, apparentemente non biologici. Ogni qual volta rimuoveva le fibre dalla pelle di Dawn e copriva la ferita, queste tornavano a comparire. In medicina, però, pareva non esistere alcuna malattia associata a sintomi e manifestazioni così particolari. 

L’impegno crescente di Mary Leitao per comprendere l’origine dei sintomi del figlio, la portò infine a riscoprire una malattia “scomparsa”, descritta secoli prima dal medico inglese Thomas Browne (1605-1682). Fu lui a raccontare in breve, durante un soggiorno a Montpellier, la presenza diffusa di scuri filamenti piliferi sulla schiena dei bambini, chiamati Morgellons in linguadoca. Nei secoli, comparvero sparute descrizioni di fenomeni simili. La probabile interpretazione di quanto osservato da Thomas Browne e da altri venne proposta nel 1946 da A. H. Emslie-Smith, sulle pagine del British Medical Journal. Le comparse di piccole escrescenze fibrose sulla pelle e sulle ferite descritte in passato, potevano riferirsi alla miiasi (le parassitosi provocate da larve di ditteri) oppure a una sovrabbondanza di comedoni (meglio noti come “punti neri”). Nonostante ciò, dopo decenni, Mary Leitao rispolverò a sua volta lo scritto di Thomas Browne, per dare infine un nome alla malattia inspiegabile che aveva colpito suo figlio: la sindrome di Morgellons. Da quel momento, Mary Leitao promosse la causa di chi si riteneva affetto da sindrome di Morgellons e nel 2004 fondò la Morgellons Research Foundation, col fine di fare luce sui meccanismi alla base della malattia. 

Un’epidemia a partire dal basso

I mesi e gli anni passarono e l’opera di disseminazione di Mary Leitao e dei membri della MRF contribuì a far sì che molti altri pazienti venissero allo scoperto e dichiarassero di soffrire di Morgellons. I sintomi riportati erano variabili: prurito, dolore, irritazione, lacerazioni della pelle e della cute, stanchezza, irritabilità. L’unico punto davvero in comune era la presenza di fibre di varia natura (piccoli peli, minuscoli batuffoli di lana, fibre tessili). Erano queste, a detta dei pazienti, a provocare una sensazione insopportabile di prurito, tale da procurarsi le ferite. Texas, Florida, California: le segnalazioni di auto-diagnosi di Morgellons provenivano da varie zone degli Stati Uniti. La fondazione promossa da Mary Leitao ricevette più di 11.000 email di altrettante persone che manifestavano quei particolari sintomi. Il dibattito si accese. La comunità medica rimase sempre molto scettica di fronte all’emergere di una “epidemia sconosciuta”, e suggerì quasi subito di ricondurre questa condizione all’ambito della psichiatria. Alcuni dermatologi avanzarono l’ipotesi che certi casi di Morgellons sarebbero potuti essere stati confusi con la malattia di Lyme. Il morbo, causato dal morso di una zecca, è caratterizzato da sintomi simili, fra cui quelli neurologici.

Era impossibile ignorare migliaia di persone che, qualunque fosse la loro effettiva malattia, manifestavano una reale sofferenza. Tra il 2006 e il 2007, a fronte di centinaia di richieste, il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l’agenzia federale degli Stati Uniti che si occupa di controllo della sanità pubblica, avviò un’indagine approfondita su un consistente gruppo di pazienti. “Di solito è da una fonte ufficiale che riceviamo un’indicazione credibile su un problema sanitario emergente”, raccontava Dan Rutz, portavoce del CDC. “Questa iniziativa è stata richiesta dal pubblico e da alcuni medici che non sanno cosa fare con queste persone”. Dopo sei anni di studio (e 580.000 dollari spesi dal governo statunitense) il team del CDC giunse alla conclusione. La misteriosa malattia era una particolare forma di parassitosi maniacale. L’elemento inconsueto, in questo caso, era dato dalla presenza di fibre nelle piaghe, nella bocca, nelle escoriazioni. Queste fibre avrebbero preso il ruolo degli insetti, frutto dell’immaginazione. Le analisi condotte sui numerosi campioni di questi materiali hanno dimostrato che si trattasse di lana, cotone o di altri tessuti del tutto comuni, venuti a contatto con la pelle. Spesso, inoltre, si evidenziava come fossero i pazienti stessi ad applicare le fibre tessili sulle zone lesionate. 

Morgellons oggi. Oltre alla malattia, dentro al complotto

L’ultimo medico che Mary Leitao consultò, Fred Heldrich, specialista in malattie infettive della Johns Hopkins University, suggerì un’ipotesi – risolutiva – per dare un senso ai sintomi che affliggevano Drew. Il medico, davanti a un numero impressionante di documenti clinici tutti riguardanti il bambino, affermò che ci si potesse trovare davanti a un singolare caso di sindrome di Munchausen per procura. Mary Leitao avrebbe agito, quindi, guidata da un disturbo mentale tale da spingerla ad arrecare un danno al proprio figlio, con il fine ultimo di concentrare l’attenzione su sé stessa. Questa ipotesi – ampiamente diffusa dalla stampa – non è stata approfondita.

Nel 2012, a seguito della pubblicazione dei risultati del CDC, Mary Leitao chiuse la Morgellons Research Foundation. I fondi rimasti sono stati donati alla Oklahoma State University. Da allora si sono perse le sue tracce e i tentativi di mettersi in contatto con lei – sia da parte dei giornalisti che degli ex membri della MRF – sono risultati vani. Nonostante la sparizione della persona che più di tutte ha contribuito a far conoscere quella che alcuni ritengono “la prima malattia che si è trasmessa via internet”; la sindrome di Morgellons continua a far discutere. Da allora si sono diffuse varie teorie che tengono in considerazione la malattia. In alcuni casi sarebbero coinvolti gli alieni. In altri casi, invece, le fibre sarebbero microscopici robot che agiscono sottopelle. Lo studio del CDC non sarebbe altro che una operazione di copertura, messa in atto per nascondere la verità. Queste narrazioni ancora oggi arricchiscono il mondo, agitato e fantasioso, di chi propone una visione alternativa della realtà dei fatti. 


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Immagine: Pixabay

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Gianluca Liva
Giornalista scientifico freelance.