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“Il cibo che ci salverà”, di Eliana Liotta

Cinque diete per uno stile di vita gentile con la salute degli esseri umani e della Terra: nel suo nuovo saggio, Eliana Liotta fornisce gli strumenti per cambiare la propria dieta verso la salute di sè e del pianeta.

Eliana Liotta, giornalista e comunicatrice scientifica, già autrice di diversi testi sul cibo come La dieta Smartfood (Rizzoli, 16,90€) e La rivolta della natura (con Massimo Clementi, La Nave di Teseo, 16 €) ha appena pubblicato il suo nuovo saggio, Il cibo che ci salverà (La Nave di Teseo, 17€). Il cibo che ci salverà è un testo tanto da leggere sul divano quanto da tenere in un cassetto della cucina: non parla solo del cibo da un punto di vista della salute, ma fornisce anche molti consigli pratici a chi vuole davvero cambiare la propria alimentazione in modo concreto. È importante rilevare che per quanto riguarda la parola “salute”, non ci si riferisce solo alla salute degli esseri umani, bensì anche a quella del pianeta su cui viviamo. Basandosi su studi pubblicati sulle principali riviste scientifiche come Nature e Science, oltre che su una collaborazione con l’Istituto europeo per l’economia e l’ambiente (EIEE) e il Progetto EAT del gruppo San Donato, l’idea di base del libro è che ciò che fa bene al nostro corpo fa bene anche al pianeta. “I cibi con l’impatto climatico maggiore coincidono con quelli che non sono il massimo per la salute”, si legge.

Una dieta sana per noi e per l’ambiente

Questa idea è, se ci pensiamo, tanto semplice quanto rivoluzionaria. Sommersi come siamo di cibi elaborati e processati, come merendine, succhi di frutta, hot dog eccetera, alcuni di noi hanno perso il contatto con i cibi nella loro forma e composizione naturale: la mela al posto del succo, il petto di pollo al posto della crocchetta di carne pressata, impanata e fritta, gli spinaci sbollentati al posto del ripieno surgelato dei panzerotti precotti. E basterebbe il ritorno a questi cibi nella loro forma originaria per dare un contributo alla tutela del pianeta e a curare meglio la nostra alimentazione.

Questo perché le diete più rispettose del nostro corpo comprendono quantità molto più elevate di frutta e verdura rispetto a quelle che spesso seguiamo, inconsapevolmente, oggi. “Il cibo gentile con la terra è gentile con il corpo”, afferma l’autrice. Una maggiore quantità di frutta e verdura non processate viene poi affiancata da cereali e da fonti di proteine (da carne, legumi, latticini, pesce e uova) il più possibile sostenibili. Non viene esclusa la carne, se il suo consumo è consapevole e non esagerato, né i latticini e il pesce, nelle diete proposte. Liotta propone cinque differenti diete da seguire, tutte gentili con il corpo umano e con il pianeta, mettendo in guardia dalle diete “di moda” come quelle iperproteiche e non volendo necessariamente fornire un modo per dimagrire. Lo scopo del testo non è questo. Innegabile è che seguendone i consigli, se necessario l’ago della bilancia scenderà.

Le cinque diete per salvare se stessi e il pianeta

Le cinque diete proposte in Il cibo che ci salverà per la tutela della propria salute e dell’ambiente sono: la dieta mediterranea, la dieta carnivora climatica, la dieta pescetariana, e infine quelle vegetariana e vegana. Il problema fondamentale, segnala Liotta, delle diete sregolate che la maggior parte del mondo ricco segue, è lo smodato consumo di alimenti che erano considerati “di lusso” nel dopoguerra, come bistecche, hamburger, salumi, formaggi. Lo status symbol di benessere del dopoguerra si è mantenuto nella cosiddetta western diet, ovvero lo stile alimentare statunitense che è stato man mano importato in tutti i paesi ricchi, con gravi conseguenze sulla salute delle persone e del pianeta.

La western diet, ovvero la dieta fast food e a base di prodotti ultraprocessati e confezionati, prevede il consumo di carne rossa quasi tutti i giorni, quando le raccomandazioni sarebbero di limitarne il consumo a una porzione a settimana. Non solo per l’annosa questione legata all’aumento di mortalità in caso di consumi eccessivi, ma anche perché “La carne rossa fornisce solo l’1% delle calorie alla popolazione della terra, ma rappresenta il 25% di tutte le emissioni che derivano da agricoltura e allevamento (Nature)“.

Alternative possibili

Oltre a proporre cinque diete sostenibili, Liotta non manca di parlare anche di possibili alternative future al cibo a cui siamo abituati ma che fa male (a noi e al pianeta). Si tratta per esempio dell’eventuale diffusione della carne prodotta in laboratorio o “coltivata”, che eviterebbe sofferenze agli animali allevati solo per la macellazione e potrebbe drasticamente ridurre il consumo di suolo e di acqua, oltre che limitare l’uso di antibiotici, in quanto è stimato che il 70% degli antibiotici usati sul pianeta è usato in zootecnia. Ma la food revolution non può avere luogo solo con cambiamenti ancora lontani da venire (la carne coltivata al momento ha ancora un prezzo proibitivo, circa 20€ al chilo): possiamo iniziarla ora con quello che è disponibile, ovvero cibi poco lavorati e per lo più provenienti da fonti vegetali per ricette semplici e sane.

Nel testo viene affrontato anche il tema del trasporto del cibo da una parte all’altra di regioni, paesi e continenti e degli imballaggi per il confezionamento degli alimenti, che sono spesso in plastica. Tenendo conto che l’imballaggio del prodotto incide solo per il 5% sulle emissioni legate al sistema alimentare, riferisce l’autrice, l’abuso di plastica nel confezionamento del cibo è comunque un problema da tenere in considerazione per una spesa attenta al pianeta.

Il cibo che ci salverà è un testo scorrevole, chiaro e che rende il lettore consapevole dell’impatto delle proprie scelte alimentari fornendo consigli utili e completi su come cambiare rotta, se si sta dirigendo in una direzione poco attenta alla salute di sé e del pianeta. Il testo si basa su solide basi scientifiche e permette anche ai lettori più digiuni di regole base sull’alimentazione sana di poter modificare in modo semplice il proprio regime alimentare per far bene a sé e all’ambiente.


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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Francesca Zanni
Ho frequentato un corso di Giornalismo Culturale e tre corsi di scrittura creativa dopo una laurea in Storia Culture e Civiltà Orientali e una in Cooperazione Internazionale. Ho avuto esperienze di lavoro differenti nella ricerca sociale e nella progettazione europea e attualmente mi occupo di editoria. Gattara, lettrice accanita e bingewatcher di serie TV.