L’eutanasia nel mondo
Quali e quanti paesi del mondo prevedono la possibilità di ricorrere a eutanasia e suicidio assistito, e da quando?
La raccolta firme per il referendum sull’eutanasia ha avuto un grandissimo successo nel nostro paese. Il giorno 8 ottobre sono state presentate presso la Corte di Cassazione le firme raccolte, ben oltre le 500.000 richieste. Sono state infatti oltre un milione, per la precisione 1.239.423, ha dichiarato l’Associazione Luca Coscioni. Il prossimo passo è il referendum: se il quorum fosse superato e vincessero i “sì”, il nostro paese diventerebbe uno dei paesi del mondo in cui l’eutanasia è depenalizzata, dal momento che la proposta di abrogazione si riferisce all’art. 579 del codice penale, relativo all’omicidio del consenziente.
Ma in quali paesi e in che modalità è al momento possibile in modo legale porre fine alla propria vita quando la sofferenza diventa insostenibile? Dove sono legali nel mondo il suicidio assistito o l’eutanasia?
Cronologia dell’eutanasia e del suicidio assistito nel mondo
Eutanasia e suicidio assistito, sebbene spesso vengano unificati, non sono sinonimi. Tuttavia, entrambi hanno come obiettivo la conclusione della vita di chi si trova in una condizione irreversibile e di grande sofferenza. Mentre l’eutanasia è compiuta da una persona terza rispetto al paziente che la richiede, il suicidio assistito è un atto suicidario compiuto dalla persona che vuole porre fine alla propria vita, che viene messo nelle condizioni di poterlo fare da qualcun altro, in quanto incapace di compierlo in autonomia. Come indicato nel precedente articolo dedicato a questo tema, l’eutanasia si divide in attiva e passiva. Dal 1942 a oggi sono stati molti i paesi che hanno via via deciso di depenalizzare il suicidio assistito o l’eutanasia, passiva o attiva, o che ne stanno attualmente discutendo.
L’eutanasia e il suicidio assistito nel mondo
Il primo paese del mondo che ha deciso di regolamentare il suicidio assistito è stato la Svizzera, che con una legge del 1942 ha depenalizzato l’aiuto al suicidio all’articolo 115 del codice penale. Diverso invece per quanto riguarda l’eutanasia. Nella Confederazione Elvetica sono molte le associazioni che si occupano di seguire i pazienti, anche provenienti dall’estero, nel percorso di accompagnamento al suicidio assistito. Nel 2011 ai cittadini di Zurigo hanno rigettato una proposta di limitazione del cosiddetto “suicide tourism”, ossia l’avvento di stranieri sul territorio per porre fine alla propria vita, dal momento che nei loro paesi di provenienza è una pratica illegale.
In Europa, i paesi in cui è legale l’eutanasia vera e propria sono Paesi Bassi e Belgio dal 2002, Lussemburgo dal 2009 e Spagna dal 2021. Dal 2020 è depenalizzato il suicidio assistito in Germania. I Paesi Bassi sono stati il primo paese a legalizzare l’eutanasia, prevedendo cioè che il medico possa in tutta legalità porre fine alla vita del paziente che ne faccia richiesta quando la sua condizione sia irreversibile e insopportabile. È attualmente in discussione una legge sull’eutanasia in Portogallo.
Sono poi diversi i casi, in Europa, che prevedono parziale depenalizzazione di pratiche come eutanasia passiva e suicidio assistito. In Francia per esempio, pur non essendo legale l’eutanasia, nel 2013 è stata approvata una legge che prevede la sedazione totale fino alla morte di quei pazienti che non hanno possibilità di miglioramento, anche se essa dovesse accelerare la morte.
In Regno Unito e nei paesi scandinavi (Svezia, Norvegia e Finlandia) è invece legale l’eutanasia passiva, sebbene siano illegali il suicidio assistito e l’eutanasia attiva.
Sono molti quindi i paesi del mondo che depenalizzano l’eutanasia passiva e/o il suicidio assistito ma non l’eutanasia attiva, oppure che prevedono il cosiddetto “staccare dalle macchine”, come per esempio la Francia, legato solo a certi specifici casi, come per esempio i malati terminali.
Fuori dall’Europa, il suicidio assistito è legale in alcuni stati degli Stati Uniti, che seppur con modalità differenti tra loro hanno iniziato a depenalizzarlo a partire dagli anni ’90: Oregon (1997), Washington (2009), Montana (2009), Vermont (2013), California (2015), Colorado (2016), District of Columbia (2016), Hawaii (2018), Maine (2019), New Jersey (2019). Oltreoceano è poi legale l’eutanasia attiva e il suicidio assistito in Canada. La nuova legge del 6 giugno 2016 prevede infatti che i cittadini canadesi con una malattia grave e incurabile possano richiedere assistenza medica per porre fine alla propria vita (MAID: Medical Assistance In Dying). Il testo della legge canadese è particolarmente esaustivo perché comprende anche la possibilità di non avere una malattia terminale e/o incurabile per essere ammesso nel programma di “morte assistita”, anzi, si spinge ancora più in là, dal momento che dal marzo del 2023 verranno prese in considerazione per il MAID anche persone che desiderano porre fine alla propria vita a causa di una patologia esclusivamente mentale.
Rimanendo nel continente americano, possiamo trovare un altro paese in cui l’eutanasia è legale. Si tratta della Colombia, dove un disegno di legge sulla depenalizzazione dell’eutanasia del 1997 è infine stato approvato nel 2015. Si tratta dell’unico paese del Sudamerica dove esiste questa possibilità. Altri paesi come l’Argentina e il Cile, prevedono per esempio la possibilità di rifiutare le cure per pazienti terminali o in condizioni estreme.
In Asia e in Africa l’eutanasia è tendenzialmente vietata. Ci sono però paesi come l’India dove è concessa quella passiva.
Per quanto riguarda l’Oceania, l’eutanasia è legale negli stati di Victoria (2019) e Western Australia (2021). Victoria è stato il primo, nel 2017, con una legge (Voluntary Assisted Dying) che è poi entrata in vigore nel 2019. I restanti stati stanno approvando, anche se in forme diverse, leggi su eutanasia e/o suicidio assistito.
Nel novembre del 2021 dovrebbe poi entrare in vigore una legge anche in Nuova Zelanda, a seguito di un referendum dello scorso anno.
I numeri dell’eutanasia nel mondo: i casi di Svizzera e Paesi Bassi
Secondo i dati ufficiali della Confederazione Svizzera, i numeri dei suicidi assistiti annui sono passati dai 187 del 2003 ai 928 del 2016. Sebbene come indicato nel documento si tratti soltanto di suicidi avvenuti tra residenti della Confederazione Elvetica, escludendo quindi i casi dei pazienti provenienti dall’estero, possiamo descrivere un quadro della situazione ancora più particolareggiato. I dati raccolti, infatti, raccontano che la maggioranza dei suicidi assistiti in Svizzera avviene tra gli ultrasessantacinquenni, che nel 2016 erano 802 casi su 928. Nel 2015 erano 822 su 965 casi. Dai dati raccolti inoltre, in Svizzera sono tendenzialmente più le donne degli uomini a ricorrere al suicidio assistito. Nel 2016, dei 928 casi registrati, 529 erano donne e 399 uomini. Dato confermato anche negli anni precedenti: 539 su 965 nel 2015 e 422 su 742 nel 2014.
Per quanto riguarda i Paesi Bassi, il Regional Euthanasia Review Committees (RTE) pubblica annualmente un report dove sono consultabili i dati relativi all’eutanasia. Il più recente è del 2020, e si riferisce ai dati del 2019. Secondo questo report, le persone decedute a seguito di eutanasia nel 2019 sono state 6361, il 4,2% del totale delle morti avvenute quell’anno nei Paesi Bassi. In questo caso invece i numeri tra uomini e donne sono abbastanza simili: 52% di uomini e 48% di donne. I report dei Paesi Bassi indicano anche i casi in cui viene applicata eutanasia attiva confrontati con i casi di suicidio assistito. Nel 2019 si è registrata una maggioranza di casi di eutanasia attiva, che ha rappresentato il 95,8% dei casi, contro il 3,9% di casi di suicidio assistito lo 0,4% di casi di combinazione delle due cose.
In Belgio sono stati registrati 2656 casi di eutanasia nel 2019, che superano del 267% i casi del 2010, quando erano stati 954. Il Lussemburgo, anche a causa della sua popolazione molto più ridotta rispetto a quella degli stati trattati finora, ha registrato 71 casi di eutanasia dal 2009 al 2019. Il Canada riporta, nel 2019, 5631 casi di eutanasia, il 2% delle morti totali avvenute quell’anno nel paese.
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