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L’origine turca dell’Italiano

CULTURA- Le lingue indo-europee sono tra le più parlate al mondo ma dove e quando abbiano avuto origine rimane ancora argomento dibattuto tra gli esperti. Un nuovo studio, condotto da un team internazionale di ricercatori guidati da Remco Bouckaert dell'Università di Auckland, in Nuova Zelanda, getta nuova luce sulla questione. Le lingue indo-europee sarebbero nate in Turchia, tra gli 8000 e i 9500 anni fa, come descritto sull’ultimo numero di Science. Difficile pensare che la lingua celtica, germanica, italica, balto-slava e indo-iraniana (appartenenti, appunto, tutte al ceppo indo-europeo), oggi così diverse, abbiano un’origine comune. Collocare nello spazio e nel tempo la nascita dell’antenato di questi idiomi non è stato compito facile per i linguisti. L’ipotesi più accreditata finora individuava l’origine delle lingue indo-europee nell’odierna Ucraina, circa 6000 anni fa, ad opera dei Kurgan, un popolo nomade responsabile anche della loro diffusione. Solo una minoranza di linguisti, d’altra parte, riteneva fosse l’Anatolia, in Turchia, la culla della nostra lingua.

Democrazia animale

OSTUME E SOCIETÀ - In democrazia le decisioni che impegnano la collettività si prendono a maggioranza, quindi tutti devono essere ben informati altrimenti la maggioranza rischia di farsi manipolare da una minoranza che difende testardamente i propri interessi a spese di quelli comuni. Vero? Dipende, scrivono – in open access – su Science Iain Couzin di Princeton e altri otto biologi evoluzionisti, fisici ed informatici in "Individui non informati promuovono il consenso democratico nei gruppi di animali". Al computer hanno fatto modelli teorici di “integrazione dell’informazione” nei quali gli agenti possono essere influenzati dall’opinione dei vicini o non demordere dalla propria. Quando prevale l’intransigenza di pochi, come si è visto al Congresso americano a proposito del deficit dello Stato, tutti ne pagano il costo: l’adattamento alla situazione ambientale rallenta e il gruppo si frammenta. Ma se agli agenti iniziali si aggiungono dei disinformati – privi di preferenze e pregiudizi, quindi disinteressati – questi si aggregano alla maggioranza, la rafforzano e l’aiutano a spuntarla