Un milione di morti e un milione di emigrati. Questo fu, nel 1852, il bilancio di una spaventosa carestia abbattutasi sull'Irlanda a partire dal 1845: in quei sette anni, l'isola perse tra il 20 e il 25% della popolazione. La causa principale dell'ecatombe fu un fungo che colpì l'alimento su cui era basata la dieta irlandese dell'epoca, la patata, dalla quale un terzo della popolazione era interamente dipendente.
Crediti immagine: Daniel CDIL PARCO DELLE BUFALE - A conclusione di una ricerca FACE sugli storaci americani, Colleen Iversen et al. scrivono su Global Change Biology che gli alberi cresciuti con aggiunta di CO2 nell’aria avevano radici più lunghe profonde che fissavano più carbonio nel suolo. Con la profondità, tuttavia, diminuivano i microbi buoni e l’azoto a disposizione.
Di conseguenza diminuiva la “produttività”: i rami, il fogliame e la fotosintesi. Grazie a quelle radici, il saldo della CO2 sequestrata era comunque positivo. I dati confermano quelli di precedente esperimento FACE condotto in Italia da Franco Miglietta e dai suoi colleghi sui pioppi. In parte è una buona notizia. Ma dall'analisi di Richard Norby e Donald Zak è chiaro che serviranno più dati per calcolare la CO2 assorbita dalle foreste, via via che la sua concentrazione in atmosfera cresce insieme alle temperature.
Su Climate Monitor, il ten. col. Guido Guidi cita la nuova ricerca e ripete una vecchia tesi americana