Probabilmente è ora di rispolverare il vecchio adagio secondo cui “non siamo altro che polvere di stelle”. Alcuni ricercatori dell’Imperial College di Londra, dell’Università del Kent e del Lawrence Livermore National Laboratory hanno infatti aggiunto qualche tassello in più sui processi che guidano l'originarsi della vita sul nostro pianeta, scoprendo che l'impatto tra una cometa lanciata a grande velocità e la Terra, è in grado di mettere in moto i processi chimici che generano alcune tra le componenti prime della vita, come gli amminoacidi.
Un cimitero di comete, che per eoni hanno ruotato intorno al Sole senza dare alcun segno di attività. Eppure alcune non sono affatto sassi senza vita, bensì comete dormienti che potrebbero riattivarsi, con un piccolo aumento dell’energia solare che arriva fino a loro. Proprio da qui nasce il loro nome, le comete Lazzaro.
CRONACA - Centinaia o forse migliaia di oceani d’acqua si troverebbero, sotto forma di vapore acqueo, all’interno di un disco di gas e polveri attorno alla giovane stella variabile DG Tau, distante 450 anni luce dalla Terra in direzione della costellazione del Toro da cui, entro alcuni miliardi di anni, si formerà un sistema planetario. Una scoperta importante che ci permetterà di capire com’è “arrivata” l’acqua sulla Terra, e di aggiungere un piccolo frammento in quel complicato puzzle che è la comprensione dell’origine della vita sul nostro pianeta.
Un gruppo internazionale di ricercatori utilizzando i dati ripresi dal telescopio spaziale Herschel dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), ha scoperto che il Sistema Solare non è l’unico sistema planetario ad avere abbondanza di acqua. I ricercatori ritengono che attorno a DG Tau l’acqua si trovi, nelle regioni più esterne del disco che circonda la stella, sotto forma di ghiaccio legato a particelle di polvere. In questa regione la temperatura è ben al di sotto dei -100 gradi, qui il ghiaccio d’acqua sottoposto all’irraggiamento stellare, si riscalda trasformandosi in vapore acqueo e quindi diventando accessibile agli strumenti di Herschel. Grazie alla sublimazione del ghiaccio i ricercatori hanno quindi potuto stimare la quantità di acqua presente nel sistema
NOTIZIE - Guardate questo video. C'è da giurare che la cometa si tuffi con uno splash dentro al Sole, ma no, non è così. La cometa in effetti va a finire direttamente dentro alla nostra stella (o almeno così si ipotizza, visto che dopo l'incontro ravvicinato non è stata più vista), ma l'esplosione che si vede è comepletamente scollegata dall'evento (e in realtà inzia prima che la cometa abbia un qualsisai tipo di interazione con il campo magnetico del Sole).
Queste immagini sono state raccolte dal satellite SOHO, il più grande rilevatore di comete a nostra disposizione (dall'inzio della sua attività ne ha registrate più di 2000). La cometa che si vede nel video molto probabilmente appartiene alla famiglia delle comete Kreutz, un gruppo con orbite simili che gravita intorno al Sole.