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AMBIENTEECONOMIA

Italia rinnovabile, bella e impossibile?

È stata da pochi giorni presentata dalla Commissione Europea la nuova proposta strategica per il clima e il settore energetico (entro il 2030 riduzione del 40% delle emissioni di gas a effetto serra rispetto ai dati del 1990 e produzione del 27% di energia da fonti rinnovabili). Ne abbiamo parlato con Gianfranco Padovan, presidente di Energoclub, associazione impegnata nella promozione delle rinnovabili in Italia.

Quanto si curano gli italiani

Nell’arco del 2012 ne avete acquistate in media 30 confezioni ciascuno, spendendo circa 430€. Le donne ne hanno comprati di più, ma gli uomini sono stati più ligi e costanti nell’assumerli. Di che cosa stiamo parlando? Medicinali.

Il vino francese era etrusco (ma assomigliava a quello greco)

CULTURA - Ebbene sì, sono stati i francesi a copiarci, e non viceversa. O meglio hanno copiato gli antenati etruschi della popolazione italiana. Nel fare il vino, sì. Nell'eterna lotta per la supremazia enologica fra Francia e Italia, incassiamo un punto: siamo stati noi a passare l'arte del vino ai cugini transalpini (del sud). lo dicono le analisi scientifiche. Un articolo apparso su PNAS a quanto pare pone fine a un dubbio che attanagliava gli studiosi da un po'. I reperti infatti testimoniano che nel 600 a. C. le anfore etrusche hanno iniziato a viaggiare per la Francia del sud. irca un secolo più tardi però il senso del commercio si è invertitoe anfore tipicamente francesi hanno iniziato a muoversi in direzione contraria. Il centro di commercio era il piccolo comune di Lattes (allora chiamata Lattara), in Linguadoca, già noto agli archeologi come importante punto di commercio dove gli etruschi diffondevano le loro merci nel territorio oggi francese. Cosa contenevano le anfore? Se si trattava di vino (come si sospettava) la congettura era facile: prima i francesi comperavano il vino etrusco e poi hanno iniziato a imitarlo e produrlo da soli. E così pare sia stato, visto che le analisi hanno confermato che le anfore contenevano proprio vino. Niente di simile a quello che si beve oggi, un bianco con aggiunta di piante aromatiche, come il rosmarino e il timo e probabilmente un po' di resina (come la retsina greca), usati sia come conservanti, sia perché il vino aveva probabilmente anche un uso medicinale.

Rischio e dissesto idrogeologico, problemi solo italiani?

LA VOCE DEL MASTER - Il nostro territorio è reso vulnerabile dall’eccessiva antropizzazione e dalla mancanza di manutenzione e complici gli eventi meteo estremi questo si traduce in un rischio concreto per molte zone del nostro Paese. Lo scorso 6 febbraio, a Roma, si è tenuta la conferenza nazionale sul rischio idrogeologico, nella quale è stata sottolineata la necessità di pianificare e programmare le politiche territoriali dei prossimi anni. All'ICTP di Trieste (Centro Internazionale per la Fisica Teorica), dal 25 febbraio all'1 marzo, si è svolto il tradizionale meeting internazionale sulla fisica dei suoli, giunto al trentesimo anniversario. Abbiamo intervistato tre organizzatori dell'evento, Donald Gabriels dell'Università di Ghent in Belgio, Ildefonso Pla Sentis dell'Università di Lleida in Spagna e Gian Carlo Ghirardi dell'Università di Trieste.

(Triste) storia di un delfino

AMBIENTE - Riceviamo questo comunicato dall'associazione MareVivo e lo rilanciamo, perché seppur piccola ci sembra una storia del nostro mare da raccontare Roma, 20 febbraio 2013 - La mattina di martedì 19 febbraio un giovane delfino entrava nella darsena del porto di Civitavecchia attirando subito grande attenzione. Il delfino che secondo le testimonianze dei numerosi presenti appariva in ottimo stato di salute, nuotava tra le imbarcazioni ormeggiate. Nel pomeriggio il piccolo delfino purtroppo è morto in circostanze sulle quali è assolutamente necessario fare luce. Ci chiediamo se siano sono state messe in atto da tutti i soggetti intervenuti le procedure idonee quando si interviene in casi come questo. Solo l’autopsia eseguita da un Istituto pubblico abilitato può dare delle risposte che ci auguriamo arrivino al più presto

La salute degli italiani in Svizzera

SALUTE - Mai sentito parlare del "paradosso del migrante in salute" (healty migrant)? Pare che in genere le popolazioni immigrate in un altro paese abbiano tassi di mortalità inferiore e uno stato di salute generale migliore delle popolazioni residenti, nonostante normalmente gli immigrati godano di status economico e sociale (SES) inferiore ai padroni di casa (e il SES in generale è un buon predittore della salute: migliore la condizione soco-economica, migliori le condizioni di salute). Uno studio su BMC conferma questo dato: gli immigrati italiani di prima generazione in Svizzera stanno meglio degli svizzeri stessi, anche se il vantaggio diminuisce con l'età. Peccato che poi quelli i figli degli immigrati stiano peggio della media nazionale
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