SALUTE

La salute degli italiani in Svizzera

Crediti immagine:  Davide "Dodo" OlivaSALUTE – Mai sentito parlare del “paradosso del migrante in salute” (healthy migrant)? Pare che in genere le popolazioni immigrate in un altro paese abbiano tassi di mortalità inferiore e uno stato di salute generale migliore delle popolazioni residenti, nonostante normalmente gli immigrati godano di status economico e sociale (SES) inferiore ai padroni di casa (e il SES in generale è un buon predittore della salute: migliore la condizione socio-economica, migliori le condizioni di salute). Uno studio su BMC conferma questo dato: gli immigrati italiani di prima generazione in Svizzera stanno meglio degli svizzeri stessi, anche se il vantaggio diminuisce con l’età. Peccato che poi i figli degli immigrati stiano peggio della media nazionale.

Come spiegano gli scienziati questo paradosso, già osservato in altri studi e altre nazioni? I dati sullo status economico, come abbiamo accennato prima, sembrerebbero sfavorire gli immigrati: di solito fanno lavori più usuranti, hanno salari mediamento più bassi, meno risorse a livello di educazione (e quindi meno possibilità future di migliorare  la posizione professionale). Inoltre parlano peggio la lingua locale (lo studio svizzero è stato condotto nelle aree germanofone e francofone) e quindi hanno più difficoltà di accesso alle risorse sanitarie perchè banalmente si spiegano peggio. Dal canto loro però, immigrati come quelli italiani hanno almeno due risorse che bilanciano sul fronte della salute questo scompenso: la dieta mediterranea e la vasta rete sociale/familiare tipica dei paesi del sud Europa. Un’altra ipotesi per spiegare il paradosso è che l’immigrato è già più sano alla fonte (tendono a cercar fortuna altrove gli individui più sani, forti e pieni di energia).

Questa ultima ipotesi troverebbe conferma nel secondo dato riportato dalla ricerca e che cioè i figli nati in Svizzera degli immigranti perdono il vantaggio esibito dai genitori. Ciò si potrebbe spiegare anche con il fatto che la seconda generazione di immigrati comincerebbe a perdere le buone abitudini del paese di origine (cibo e rete sociale) per adottare quelli un po’ meno salutari degli svizzeri. In raltà però nella seconda generazione l’acculturamento degli individui produrrebbe vantaggi: coloro che adottano la lingua del paese ospite (specie le donne) tendono a ridurre lo svantaggio in salute tipico della seconda generazione immigrata.

I dati utilizzati provengono dalla Swiss National Cohort, che usa i risultati dei censimenti dal 1990. La scelta degli italiani è dovuta al fatto che siamo stati il gruppo di immigrati con l’impatto più significativo sullo stato elvetico a partire dal dopoguerra (il 1974 è stato l’anno in cui abbiamo raggiunto il picco costituendo il 9% dell’intera popolazione svizzera).

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.