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AMBIENTE

Farsi chiamare dal gufo

Il naturalista è una specie in via di estinzione? Chiedeva poche settimane fa un editoriale di Nature, a proposito di uno studio sul declino accelerato degli esami di storia naturale per la laurea in biologia. Ma osservare piante e animali non è riservato ai ricercatori.
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Cuculi in abito da rapace

Nell'immaginario collettivo, il cuculo (Cuculus canorus) ha la fama dell'animale ingannatore, che grazie a diversi escamotage riesce a deporre le proprie uova nei nidi altrui, lasciando poi l'incombenza delle cure parentali dei propri piccoli ai genitori adottivi. Questa strategia riproduttiva è nota come parassitismo di cova e non riguarda solo il cuculo, ma questo uccello è particolarmente noto in quanto è stato in grado di parassitare i nidi di svariate specie con caratteristiche differenti.
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Criptico o disruptivo? La scelta della quaglia

CRONACA - Gli uccelli che nidificano al suolo hanno evoluto svariate strategie per rendere il proprio nido poco visibile agli occhi dei predatori: uno dei meccanismi più utilizzati è il camuffamento del suo contenuto con il substrato circostante. Per questo motivo, sia le uova che la livrea dei pulcini presentano spesso screziature ed altri tratti cromatici che li rendono criptici con le caratteristiche dell’ambiente. Ma una specie va oltre: la quaglia giapponese (Coturnix japonica) sembra infatti selezionare attivamente il substrato sul quale deporrà le uova in modo tale da massimizzare il loro mimetismo. Le uova di questa specie presentano una grande variabilità cromatica, passando da forme con grosse chiazze scure o piccoli puntini ad altre di colore chiaro e quasi prive di decorazioni. Le uova di femmine differenti hanno dunque possibilità diverse di camuffarsi nell’ambiente, a seconda delle caratteristiche del substrato. E le femmine sembrano esserne ben consapevoli

Pancini splendenti

CRONACA - C'è una specie di squalo molto piccolo (Squaliolus aliae) che ha la singolare caratteristica (oltre aquella di essere lungo solo 22 cm) di avere un ventre che balugina nel buio. Una ricerca condotta da Julien Claes dell'Università Cattolica di Louvain e colleghi hanno dimostrato che questa caratteristica ha una funzione squisitamente mimetica e ne hanno tracciato le origini evolutive. La pelle del ventre del pesce è coperta da "fotofori" (cellule con pigmento fosforescente) che emettono luce e che visti dal basso nascondo la vista del pesce (facendolo confondere con lo scintillio delle onde sovrastanti). Questo confonde i predatori. Per dimostrare che è proprio questa la funzione di queste cellule con il pigmento fosforescente i ricercatori hannoe esaminato in vitro la rezione di queste cellule ad alcuni ormoni in grado di "accenderle" e di "spegnerle" e ne hanno confrontato il comportamento con quanto noto su un altro squalo (lo squalo lanterna) che come il primo ha cellule fosforescenti sulla pancia

L’origine delle macchie del leopardo

NOTIZIE - No, non sarebbe stato Dio a dipingerle con un pennarello il giorno in cui ha deciso di creare gli animali. Pare proprio che le strisce della tigre e le macchie del leopardo siano il risultato dell’adattamento al loro ambiente, e pur non essendo la prima rirceca a dimostrare il valore adattativo del manto irregolare dei felini, quella pubblicata pochi giorni fa sui Proceedings of the Royal Society B collega nel dettaglio (usando algoritmi matematici) il disegno sul manto di più di 30 specie di felini selvatici con i loro habitat e abitudini