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FUTURO - Il rapporto “Neuroscienze, conflitto e sicurezza", pubblicato la settimana scorsa dalla Royal Society, è una rassegna delle neurotecnologie sviluppate a scopo clinico e militare, e delle loro applicazioni in guerra e nel "controllo dell'ordine pubblico". Si tratta del "terzo modulo" della serie "Brain Wave". Come i rapporti precedenti (disponibili gratuitamente qui), è scritto in modo semplice e ogni termine tecnico è spiegato con cura, forse perché i dodici esperti scelti dalla Royal Society (nessuno appartenente alle forze armate o di polizia) si rivolgono innanzitutto ai governanti. Identificano le aree i cui progressi promettono "vantaggi" nel reclutare, formare, potenziare e riabilitare il personale militare: - il neuroimaging per identificare le persone che imparano più velocemente e più disposte a correre rischi; - il neuroimaging che rivela i marcatori della percezione visiva al di sotto del livello cosciente, da sfruttare per il rilevamento fulmineo di obiettivi da colpire