archiveradiazione di fondo

Freddo Universo (ma Planck lo vede)

NOTIZIE - L’Universo è un piatto che va servito (anche) freddo. Solo così infatti è possibile osservare le fasi iniziali della sua formazione. E proprio un catalogo di migliaia di sorgenti estremamente fredde è quello che è stato offerto (insieme ad altri dati e immagini) ieri dai i responsabili del progetto Planck, la missione ESA che vede collaborare numerosi enti di ricerca, fra i quali anche ricercatori INAF-Osservatorio Astronomico di Trieste, la Scuola Internazionale di Studi Superiori Avanzati e l’Università di Trieste nella conferenza stampa tenutasi in contemporaneamente a Parigi e Roma.

Sfondare il muro del tempo

FUTURO - Non solo Roger Penrose è un fisico matematico spesso geniale, è anche simpatico. Poche persone che arrivano da Londra a Boston per una conferenza di due giorni e non fanno una piega sebbene il vicino d'aereo abbia rotto sul loro bagaglio a mano non 1 ma 2 bottiglie di vino rosso, lasciandoli con una sola camicia stropicciata. Nel suo ultimo libro, Cycles of Time (in traduzione da Rizzoli come Dal Big Bang all'eternità) Penrose espone una "cosmologia ciclica conformale", una teoria in cui l'universo finisce in un cozzare di buchi neri che ormai hanno divorato ogni materia. Dallo scontro rinasce senza dimensioni e perfettamente uniforme, ma quando si espande conserva tracce degli scontri tra buchi neri, delle onde gravitazionali che formano increspature sferiche nello spazio-tempo. Il mese scorso, insieme a Vahe Gurzadyan, Penrose ha pubblicato la scoperta di cerchi concentrici in dodici "luoghi" della mappa della radiazione cosmica di fondo, sia quella WMAP che quella a grana più grossa di BOOMeranG. Quella radiazione risale a 300 mila anni dopo il Big Bang ed è distribuita quasi uniformemente in tutto l'universo osservabile. E secondo Penrose, più uniformemente che altrove nei cerchi concentrici (come nell''immagine qui sopra, ritoccata dagli autori per evidenziare i cerchi).

Neutrini dal big bang

Secondo un recente studio di George Fuller dell’Università della California di San Diego e del suo studente Chad Kishimoto i neutrini prodotti durante il big bang che permangono nell’Universo attuale potrebbero estendersi per distanze dell’ordine dei miliardi di anni luce con la loro funzione d’onda, cioè l’onda che descrive la probabilità della particella di trovarsi in un certo posto prima di interagire con la materia.