RICERCANDO ALL'ESTERO - “Per comprendere meglio come funziona il nostro cervello, non basta studiare l’anatomia delle diverse componenti. È indispensabile...
RICERCA - Perché ricordiamo un evento particolare del passato? Secondo un nuovo studio, pubblicato su “Nature Neuroscience” da un team di ricercatori delle...
SALUTE - I risultati di questa ricerca potrebbero aiutare a formulare diagnosi di sclerosi multipla più precoci e precise, offrendo anche un quadro del decorso temporale della malattia. Un gruppo di scienziati della CNRS francese, che lavorano all'Università Aix-Marseille a Marsiglia, hanno misurato grazie una tecnica specifica di risonanza magnetica le concentrazioni di sodio in pazienti affetti da sclerosi multipla (e in un gruppo di controllo).
I risultati sono stati netti. Nel cervello di pazienti affetti dalla malattia (sclerosi multipla recidivante remittente) sono presenti accumuli di sodio. Anche le differenze fra pazienti allo stadio precoce e quelli in fase avanzata hanno offerto indicazioni rilevanti: in coloro che avevano ricevuto una diagnosi entro 5 anni prima dell'esperimento (14 in tutto) gli accumuli ero localizzati in aree specifiche: il tronco encefalico, il cervelletto e il lobo temporale. Nei pazienti la cui diagnosi era più vecchia invece (15 soggetti) invece l'accumulo era generalizzato