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SCOPERTE

Una supernova che ne vale quattro: la candela “non standard” per capire l’universo

Ingrandimenti successivi della zona di universo occupata dalla supernova. Crediti immagine: Joel Johansson, Stockholm University SCOPERTE – Una supernova lontanissima...

Intimi segreti di una supernova

Per la prima volta gli astronomi hanno potuto dare un'occhiata al core di una stella nei suoi ultimi minuti di vita: mentre esplodeva. Si tratta di uno dei primi grandi risultati della missione di NuSTAR (il telescopio spaziale NASA per l'osservazione dei raggi x), partita nel giugno 2012 per misurare le emissioni ad alta energia delle esplosioni di stelle, supernove e buchi neri.

Un sistema solare senza il botto

CRONACA - Una nuova e e forse più misteriosa (di quella attualmente in voga) teoria sull'origine del nostro Sistema Solare è stata formulata, a seguito dell'analisi "cosmochimica" condotta da alcuni ricercatori dell'università di Chicago. Secondo i dati ottenuti da Haolan Tang e Nicola Dauphas il nostro Sistema Solare non si sarebbe formato dopo l'esplosione di una supernova, come sostiene l'idea imperante, e anzi che non si sarebbe stata proprio alcuna esplosione. Un inizio tranquillo, dunque, il nostro. Ma andiamo per ordine. Come hanno fatto gli scienziati a ottenere prove che smentiscono l'idea che il nostro Sistema Solare si sarebbe formato "con il botto" e cioè dopo l'esplosione di una supernova? Il segreto è nel ferro-60, un'isotopo radioattivo, che come spiega Dauphas è "la pistola fumante" dell'avvenimento (in passato) di una grande esplosione stellare. Questo pesante isotopo infatti si forma soltanto all'interno di una supernova.

Il tessuto dello spazio, come minuscoli granelli di sabbia

FUTURO - La teoria della relatività generale di Einstein descrive le proprietà della gravità e assume che lo spazio sia un tessuto liscio e continuo. D'altra parte, la teoria quantistica, che con la relatività generale non sembra andare molto d'accordo, suggerisce che lo spazio dovrebbe essere granulare a scale molto piccole, come la sabbia di una spiaggia. Una dei problemi principali della fisica contemporanea è conciliare questi due aspetti in un'unica teoria della gravità quantistica. Ora, Integral ha stabilito nuovi e più precisi limiti alle dimensioni di questi 'grani' quantistici dello spazio, mostrando che essi sono molto più piccoli di quanto alcune teorie della gravità quantistica suggerirebbero. Lo studio che ha permesso di arrivare a queste conclusioni, effettuato da Philippe Laurent e colleghi del Commissariat à l'énergie atomique di Saclay, non lontano da Parigi, è stato pubblicato sull'ultimo numero di Physical Review D.

Ladre di materia

Un team di astronomi dell'Osservatorio Yunnan dell’Accademia delle Scienze Cinese ha sviluppato un modello per spiegare la formazione delle supernove di tipo Ia