Un team di astronomi dell’Osservatorio Yunnan dell’Accademia delle Scienze Cinese ha sviluppato un modello per spiegare la formazione delle supernove di tipo Ia
Tutti sanno che le stelle nascono, crescono e muoiono. Tutti, eccetto i modelli che simulano l’evoluzione degli astri nei laboratori. Sebbene le fasi dell’evoluzione stellare siano ben conosciute dagli astronomi, gli algoritmi che le riproducono al computer falliscono nella sua parte finale, quando la stella evolve in supernova. In effetti, i modelli che dovrebbero spiegare il collasso e l’esplosione di una stella non sono ancora del tutto noti. Recentemente un gruppo di ricercatori della Wang dell’Osservatorio dello Yunnan dell’Accademia delle Scienze Cinese ha proposto un modello che potrebbe fornire una spiegazione al collasso di un particolare tipo di supernove, quelle di tipo Ia.
Le supernove Ia sono nella grande maggioranza esplosioni di nane bianche, astri che derivano dal collasso di stelle grandi come il Sole, che risucchiano materia da stelle che orbitano intorno. Quando la massa della nana bianca diventa maggiore del cosiddetto limite di Chandrasekhar, pari a 1.4 volte la massa del Sole, la stella collassa. In pochi secondi attiva una serie di fusioni nucleari per poi esplodere e rilasciare nello spazio circostante una grande quantità di energia. È proprio questa esplosione di energia, emessa sotto forma di luce e di neutrini, che dà vita all’incredibile e affascinante fenomeno di supernova.
Gli scienziati hanno individuato nell’Universo molti esempi di supernove di tipo Ia, osservando che circa la metà esplode prima che siano passati 100 milioni di anni dal periodo principale di formazione stellare della galassia ospitante. Fino a oggi però, i modelli teorici non predicevano perché le supernove derivassero da sistemi così giovani. Bo Wang e il suo gruppo di ricerca dell’Osservatorio di Yunnan dell’Accademia delle Scienze Cinese hanno provato a formulare una spiegazione per questo mistero.
Utilizzando un algortimo che simula l’evoluzione degli astri, i ricercatori hanno seguito l’evoluzione di circa 2600 sistemi di stelle binarie, formate cioè da due corpi, in questo caso da una nana bianca e una stella di elio, chiamata così perché ha bruciato tutto il combustibile di idrogeno al suo interno formando un nucleo caldo di elio. Gli scienziati hanno trovato che il campo gravitazionale della nana bianca attira materiale proveniente dalla stella compagna e in questo modo la massa della stella cresce superando il limite di Chandrasekhar, quindi raggiungendo le condizioni per l’eplosione, prima di quanto prevedessero i modelli precedenti. L’ipotesi di “furto” di materia da una stella a un’altra, in realtà, non è nuova. Ma la modellizzazione nel programma di evoluzione stellare degli astronomi dello Yunnan ha fornito una possibile una spiegazione delle supernove che in natura esplodono, almeno secondo quanto dice la teoria, troppo presto.