Un gruppo di matematici dell’Università Friedrich Schiller di Jena, in Germania, dimostra che la nostra attività onirica potrebbe iniziare prima di quanto si è creduto fino ad oggi
I primi segni macroscopici nell’essere umano sono evidenti già dal settimo mese di gestazione: la tensione muscolare e i movimenti degli occhi sono molti simili a quelli di un adulto durante il sonno REM, quella fase in cui, è provato, facciamo la maggior parte delle esperienze di sogno.
Il momento preciso in cui insorge la nostra capacità di sognare fino ad oggi è rimasta però un mistero. Karin Schwab, dell’Istituto di Statistica Medica, Scienze del Computer e Documentazione dell’Università Friedrich Schiller, e colleghi hanno analizzato i pattern di attivazione cerebrale in feti di pecora di solo 15 settimane. Normalmente l’attività elettrica registrata in queste condizioni è difficile da studiare a causa del rumore che disturba il segnale, ma applicando alcuni sofisticati algoritmi matematici, gli scienziati sono riusciti a isolare un pattern di attivazione e disattivazione – con un ciclo di circa 5 minuti – che secondo loro rappresenta un precursore delle normali fasi di sonno dell’individuo adulto – una REM e 4 non-REM –
Questi risultati, pubblicati nella rivista Chaos, dimostrano che i cicli di sonno normale si sviluppano ben prima dei segnali macroscopici che si osservano nei feti. Secondo Schwab da questa ricerca si potrebbero sviluppare nuove ipotesi su quale sia il reale scopo biologico dei sogni.