La primavera dei matematici
POLITICA - Direttamente e indirettamente, tutti noi paghiamo le pubblicazioni scientifiche. L'appello per boicottare un editore che pratica prezzi esagerati ha già raccolto più di tremila adesioni. In Italia pochissime.
Le riviste scientifiche sono oltre 100 mila, per lo più di nicchia e pubblicate da università, società e accademie scientifiche. Quelle che "contano" sono le 14 mila censite dall'Institute for Scientific Information e circa metà appartengono a tre editori: Elsevier, Springer e Wiley che si dividono il 42% del mercato e hanno margini di profitto del 36%.
Scrivere articoli e controllare quelli altrui prima che escano fa parte del lavoro per il quale un ricercatore è retribuito, non è a carico degli editori. Ma, dicono questi, sosteniamo costi enormi per la diffusione del prodotto, per la sua infrastruttura digitale. Se i costi sono davvero enormi, da dove salta fuori quel margine di profitto? E a cosa servono infrastrutture private quando esistono già quelle pubbliche, di società scientifiche e di enti di ricerca, finanziate dalla collettività?