Diciannove anni fa, dopo i successi di COBE, alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste è nata l’idea di un “occhio” che nello spazio potesse osservare in grande dettaglio la radiazione di fondo dell’Universo, cioè quelle radiazione nella gamma delle microonde che rappresenta la traccia fossile del nostro cosmo. Venerdì scorso il sogno di Luigi Danese, astrofisico della SISSA, e di molti altri, fra i quali anche George Smoot, premio Nobel per la fisica, è diventato realtà, grazie al satellite Planck
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