A seconda della quantità di ossigeno presente nell’ambiente, i nanotubi assumono forme diverse che modificano anche le loro prestazioni. È quanto ha scoperto un gruppo di ricercatori del Sincrotrone di Trieste.
I nanotubi di carbonio, sottilissimi tubicini di carbonio dalle molteplici proprietà, cambiano forma, si piegano e si accorciano, a seconda se sono messi in un ambiente più o meno ricco di ossigeno. Le molecole cilindriche di carbonio che costituiscono i nanotubi possono formare strutture la cui lunghezza può anche essere 28 milioni di volte superiore al diametro: sono quindi sottilissimi. Hanno inoltre molte caratteristiche che li rendono utili in applicazioni industriali e ambientali: sono estremamente resistenti, hanno proprietà elettriche uniche e sono degli efficientissimi conduttori di calore. Il loro utilizzo potrebbe però essere limitato dalla loro potenziale tossicità.
Alexei Barinov, uno degli autori della ricerca pubblicata su “Advanced Materials”, spiega che esponendo un campione a diverse dosi di ossigeno i nanotubi cambiano forma e comportamento chimico. Per analizzare i nanotubi è stata utilizzata una tecnica chiamata spettromicroscopia a fotoemissione, che utilizza la luce prodotta dal sincrotrone: con questa speciale luce, molto focalizzata e intensa, si riesce a fare una scansione punto per punto del campione da analizzare e rivelare così i progressivi cambiamenti sulla sua superficie man mano che aumenta la quantità di ossigeno presente nell’ambiente. I ricercatori hanno osservato che maggiore è la quantità di ossigeno più il nanotubo si ripiega su sé stesso. Questo ripiegamento è responsabile di trasformazioni significative di proprietà come la resistenza meccanica, l’aderenza a un substrato o la capacità di condurre energia elettrica, che possono essere decisive in vista di diverse applicazioni.