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I colori della preistoria

NOTIZIE - Ancora una volta questa settimana parliamo di fossili e dinosauri. Alcuni fossili preistorici di uccelli sono stati trovati con le piume quasi intatte, ma i colori del piumaggio col tempo erano completamente scomparsi, lasciando i paleontologi senza alcun indizio riguardo al colore di questi animali. Film e illustrazioni azzardano spesso colori improbabili per gli uccelli preistorici. Come dimenticarci ad esempio degli animali dei Flinstones (errori cronologici a parte)? Oggi un gruppo di ricercatori ha messo a punto una nuova tecnica che sfrutta la luce di sincrotrone per rivelare i pigmenti rimasti nei fossili e analizzarne la struttura chimica. Senza danneggiare i fossili.

Papà Gambacorta

CRONACA - I serpenti sono in assoluto il gruppo di origine più recente tra i rettili, ma le loro radici evolutive sono ancora oggetto di acceso dibattito. A partite da un punto fondamentale: i loro antenati erano acquatici o terrestri? Nel primo caso, si sarebbero evoluti direttamente da creature come il Mosasaurus, nel secondo da lucertole terrestri simili ai varani, a loro volta derivati dal gruppo a cui appartenevano i mosasauri. La nuova ricerca, pubblicata sul Journal of Vertebrate Paleontology fa propendere decisamente per la seconda ipotesi. Grazie all'aiuto dei fisici dell' ESFR (European Synchrotron Radiation Facility) e del KIT (Karlsruhe Institute of Technology) un team di paleontologi del Museum National d'Histoire Naturelle di Parigi ha analizzato un fossile di 95 milioni di anni (periodo Cretaceo) del "serpente" Eupodophis descouensi, in cui è ben evidente una piccola zampa (2 centimetri, su un animale che in ne misura 50) che spunta nella parte posteriore del corpo.

Se l’ossido si fa “nano”

CRONACA - Apparentemente una piccola ricerca, ma dai possibili risvolti di notevole spessore, nonostante – scusate il gioco di parole – la sottigliezza dello spessore. È quella condotta da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Fisica dell'Università di Trieste e di Elettra Sicrotrone di Trieste, che è appena stata pubblicata sulla prestigiosa rivista americana Physical Review Letters.

Come piegare nanotubi a piacimento

A seconda della quantità di ossigeno presente nell’ambiente, i nanotubi assumono forme diverse che modificano anche le loro prestazioni. È quanto ha scoperto un gruppo di ricercatori del Sincrotrone di Trieste.