È un vecchio tabù: la matematica secondo molti non sarebbe “femmina”. A scuola le ragazze tendono ad avere voti più bassi dei compagni maschi in questa materia e all’università preferiscono iscriversi a facoltà che non ne prevedano troppa. Sul fronte della carriera professionale poi le cose vanno anche peggio e la percentuali di donne che scelgono per esempio di cimentarsi con le scienze dure (che richiedono una conoscenza approfondita della materia) sono molto poche.
Qualcuno ha tentato di spiegare questo gap di genere su basi biologiche ma il quadro che ne è emerso è controverso e sostanzialmente non è possibile trarre nessuna conclusione sulle supposte originei genetiche e fisiologiche di questa apparentemente scarsa attitudine femminile. Uno studio uscito di recente su Psychological Bullettin a opera di Stephen Ceci e colleghi dimostra che le uniche cose sicure che emergono dalla letteratura sono queste quattro:
- Le donne portate per la matematica scelgono (in maniera assolutamente sproporzionata) professioni in campi che non richiedono un grande uso della materia
- Ci sono più uomini che donne che ottengono punteggi alti nei test di matematica di prova per l’accesso all’istruzione universitaria e altri test cardine per la vista scolastica e professionale
- Le donne molto portate per la matematica dimostrano anche competenze verbali eccellenti, e hanno perciò un ventaglio più ampio di scelte professionali
- In alcuni campi professionali in cui è richiesto l’uso della matematica, le donne che hanno figli sono penalizzate nell’avanzamento professionale
Un altro studio recente di Melissa Buckley, dell’Università statale dell’Oklahoma, e altri – che verrà pubblicato sulla rivista Personality and Individual Differences entro la fine del mese – ha messo in evidenza un altro fatto interessante sulle competenze matematiche delle donne: le ragazze che ritengono che le loro capacità in matematica siano immutabili tendono a rinunciare allo studio di questa materia prima di quelle che invece pensano che le loro capacità matematiche siano malleabili e mutabili. Questo studio è interessante anche perché offre delle linee guida per ridurre il gap scolastico e professionale in un’ottica di pari opportunità: gli interventi potrebbero essere più efficaci e meno dispendiosi se venissero diretti proprio alla prima categoria di ragazze.