CRONACAIN EVIDENZA

Nucleare: necessario un dibattito sul territorio

Si possono prendere decisioni così importanti come quella di costruire quattro centrali nucleari sul suolo nazionale mantenendo il più stretto segreto? Gianni Silvestrini di Kyoto club rifiuta categoricamente questa logica, ribadendo la necessità di un ampio coinvolgimento pubblico

Ascolta l’intervista integrale di OggiScienza a Gianni Silvestrini

NOTIZIE – “La strada da perseguire per un Governo che intenda costruire una qualsiasi centrale complessa (dall’eolico fino al nucleare) dovrebbe considerare per prima cosa il consenso pubblico,” questa è l’opinione di Gianni Silvestrini, presidente di Kyoto club ed esperto in materia di energia e nucleare. A pochi giorni dalla rivelazione della lista dei siti in cui verranno costruite le centrali nucleari italiane fatta da Angelo Bonelli presidente dei Verdi italiani, sulla vicenda continua a regnare una segretezza che come cittadini dovrebbe sbalordirci, se non indignarci. E poco importa sapere se questa lista è vera, perché nemmeno Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel, si è nascosto dietro a un dito: la lista dei comuni indicati c’è, ma come ha dichiarato di fronte alle telecamere “non la rivelerà neanche sotto tortura.”

È chiaramente in corso un processo decisionale del quale i cittadini non sanno nulla e possono solo consolarsi con presunte liste e fughe di notizie, senza che però una voce ufficiale si levi a raccontare esattamente cosa sta succedendo e, soprattutto, cosa succederà. Sarà che siamo abituati così, certo che in un paese democratico i passaggi che portano certe decisioni di interesse comune dovrebbero avvenire alla luce del sole e non secretati in questo modo.

Anche perché i nodi prima o poi vengono al pettine. Qualcuno si ricorderà di Scanzano Jonico: nel 2003 venne dato il via alla realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi che scatenò le vive proteste di decine di migliaia di persone con il risultato di bloccare tutto, lasciando ancora una volta l’Italia priva di un deposito per questi pericolosi residui.

“Scanzano Jonico è un esempio di come non si dovrebbe procedere. È stata presentata un’ipotesi di realizzazione di un impianto per lo smaltimento di scorie ad alta radiottività senza alcuna informazione pubblica,” ricorda Silvestrini. “Così si è scatenata una reazione che l’allora ministro Matteoli non si aspettava.” Il problema delle scorie oltretutto è attuale, perché bisognera affrontarlo insieme a quello della costruzione delle centrali, anzi secondo Silvestrini andrebbe risolto ancora prima.

Ma dal punto di vista delle autorità vale davvero la pena di coinvolgere l’opinione pubblica? In fondo chi mai vorrebbe una centrale nucleare in giardino (a parte il ministro Scajola, che lo ha dichiarato qualche giono fa, anche se ci sarebbe da indagare sull’opinione dei suoi vicini). Forse non è proprio così. Se parliamo di depositi di scorie radiottive “ non c’è nessun paese al mondo che ne abbia uno permanente,” continua Silvestrini. “ma i paesi civili che stanno cercando di realizzare questi impianti lo stanno facendo con un grande coinvolgimento dei comuni interessati, che dura da parecchi anni.” Per quel che riguarda le scorie ancora non si può dire se questo processo riuscirà a mettere d’accordo tutti, autorità e cittadini, ma si possono forse cercare esempi positivi in altri tipi di grandi opere ad alto impatto, come per esempio la TAV in Svizzera, dove grazie a un ampio dibattito pubblico l’opera è stata realizzata con il consenso generale.

Condividi su
Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.