Da un’inchiesta di New Scientist sui video virali a un nuovo progetto di divulgazione scientifica.
COSTUME – Ha preso i classici “due piccioni con una fava” Richard Fisher, giornalista di New Scientist, realizzando questo video in cui un gruppo di golden retriever “recita” la struttura di un atomo: trovare un modo semplice e immediato per spiegare i componenti di base della materia (protoni e neutroni al centro, più una nube elettronica all’esterno) e seguire in diretta i passaggi che portano un nuovo video caricato online a diventare virale, cioè condiviso da una comunità sempre più vasta di utenti .
L’idea di partenza del progetto di Fisher era appunto quella di scoprire come un video diventa virale. Così, per prima cosa, il giornalista ha cercato di capire perché le persone si scambiano video in rete. Secondo Judith Donath, esperta di social network online del Massachussets Institute of Technology, questo comportamento – come le piccole chiaccherate tra amici – sarebbe equivalente al grooming dei primati (la pulizia reciproca della pelliccia da parassiti) e avrebbe la funzione di stabilire e fortificare legami sociali. Mostrando contemporaneamente qualcosa di sé: si passa un video a un amico perché si pensa che sia interessante o divertente; così, il semplice fatto di passarlo rende interessanti o divertenti anche noi.
Cercando un soggetto interessante e divertente su cui realizzare un proprio video, Fisher ha scelto i cani, come primo passo di un progetto più ampio intitolato Pets Teach Science, con l’obiettivo dichiarato di spiegare concetti scientifici complessi, dalla fisica quantistica alle strutture chimiche, con l’aiuto dei migliori amici dell’uomo.
Del resto, dopo aver fatto da allievi – ricordiamo la sezione Scienza con Oliver del blog di Marco Delmastro, fisico al Cern, o il recentissimo libro How to Teach Physics to Your Dog di Chad Orzel, anch’esso legato a un blog – è davvero giunto il momento per i cani di passare dall’altra parte della cattedra!
Una volta realizzato il video con l’aiuto di un gruppo di 16 golden retriever, però, bisognava trovare il modo di farlo vedere (e condividere) al maggior numero di persone. Inviarlo ad amici e parenti – e anche allo stesso Orzel – non ha aiutato molto Fisher, che ha invece visto impennare le visite dopo aver seguito un consiglio fornitogli dall’antropologo Michael Wesch: trovare un contatto “potente” in grado di lanciare definitivamente il video.
Nel caso dei golden “atomici”, questo contatto è stato quello con il free press Metro di Londra, che nel giro di poche ore ha portato il video a 8000 visite. Passate a 50.000 dopo il “lancio” di The Huffington Post e di Boing Boing, uno dei blog più famosi negli Usa. Ora il video vanta poco meno di 120000 visite: non un record, ma di certo un ottimo risultato.