Sulla stazione spaziale si mangia così così, anche se davanti alla webcam gli astronauti fingono di leccarsi i baffi, altrimenti a casa si preoccupano.
L’Agenzia spaziale europea (ESA), incaricata di promuovere la g-astronomia (la g sta per la gravità che quaggiù fa ricadere il soufflé appena si tira fuori dal forno) nel sistema solare, fatica a trovare volontari percostruire una base sulla Luna e aprirci un ristorante. I piani per mandare esploratori umani su Marte è in forse. Nei moduli di simulazione del viaggio, dopo sei mesi senza la pasta al pesto, il più nerboruto dei marcantoni si trasforma in modella anoressica che neanche riesce a sollevare le false ciglia, figurarsi un cacciavite.
Il nuovo thriller dell’ESA, Cibare il futuro, narra l’epopea di scienziati (e cavie) partiti alla ricerca di cibi vari, equilibrati e appetitosi. Riusciranno a trovare un sostituto del basilico?