Ascolta l’intervista integrale a Alessandro Beulke
POLITICA – “Non nel mio giardino!” Così urlano i “comitati del no” che nascono nel nostro paese ogni qualvolta si progetta e prova a realizzare un’infrastruttura, che sia una nuova strada, un pezzo di ferrovia o un impianto di termovalorizzazione. Oramai si parla di vera e propria sindrome NIMBY (Not In My Back Yard, appunto: non nel mio giardino) che ha scatenato diverse proteste nel corso degli ultimi anni, basti pensare alla realizzazione della TAV in Val di Susa. Per monitorare cosa avvenga sulla stampa e come vengano trattate queste controversie dal punto di vista mediatico, nel 2005 è nato il progetto NIMBY Forum, un vero osservatorio che tutti i giorni scandaglia 380 testate quotidiane, oltre a circa 1400 periodici. Il presidente del progetto è Alessandro Beulke, che Oggiscienza ha intercettato a Bologna in occasione di Un Pozzo di Scienza, una manifestazione che porta nelle scuole dell’Emilia-Romagna esperti di scienza, energia e ambiente.
Emerge un ritratto forse non troppo nuovo dell’Italia, un “paese dal passo lento”, nel quale però non tutta la responsabilità è da imputarsi ai media, ma a un atteggiamento generale di scarsa trasparenza, unito alla consueta sfiducia nelle istituzioni che caratterizza la vita pubblica della penisola. Secondo Beulke il mondo della ricerca e quello dell’industria hanno qualche responsabilità in questa situazione, proprio perché non sempre entrano direttamente nei dibattiti che coinvolgono la popolazione. Il nuovo rapporto del Nimby Forum verrà presentato a Roma il prossimo 16 febbraio all’interno del convegno nazionale “Cantiere Italia. Quando lo sviluppo è una corsa a ostacoli“.