La lettera, lasciata tra i fogli di protocollo del compito, di una giovanissima partecipante alle Olimpiadi dell’Astronomia a Napoli racconta l’altro universo degli adolescenti. Diverso rispetto a quello di bulli e pupe che riempie le cronache dei giornali
CRONACA – “Siamo arrivati ieri qui a Napoli, io e i miei amici. Leggevo nei loro occhi la voglia di vincere, la preoccupazione e l’ansia. È stato un grande traguardo per noi “COMUNI ADOLESCENTI”, dopo aver scritto la relazione sulle eclissi ed essere stati qualificati. È stata una vera soddisfazione”. Inizia così la lettera aperta che una giovanissima studentessa ha lasciato in mezzo ai fogli di protocollo del suo compito alle gare interregionali di Astronomia che si sono tenute a Napoli lo scorso 22 febbraio. Un pezzo di carta, uno stile scanzonato e spontaneo, per dire che i ragazzi a 13 anni non sono emeriti “rincretiniti” . Hanno voglia di imparare, passioni da scoprire, interessi da coltivare. La giuria d’esame che ha trovato il messaggio ne è rimasta impressionata e ha deciso di divulgare pubblicamente la missiva.
Che prosegue così:
“Per un po’ di settimane siamo rimasti i pomeriggi a scuola per poter esercitarci …ESERCITARCI?! Non avevamo nessuna base fisica o scientifica per poter svolgere i problemi trovati sul vostro sito, e praticamente in meno di un mese abbiamo imparato: “velocità (angolare, tangenziale), moti (rettilineo e circolare), magnitudine e densità stellare”. Ci piaceva fare queste cose e soprattutto ci piaceva IMPARARE. Per questo devo ringraziare il nostro caro Prof. che ha insegnato a noi, TREDICENNI RIMBAMBITI, un po’ di questa materia, che in qualche senso ci ha appassionati. Mi sono divertita molto in questi ultimi giorni (ho rinunciato a un po’ della MIA PASSIONE PIÙ GRANDE per dedicarmi a questa materia) ma devo dire che ne è valsa la pena davvero. Non perché così da grandi faremo tutti gli astronomi (anche perché IO AMO LA BIOLOGIA), ma perché ora la nostra cultura è maggiore, abbiamo dato una risposta a tanti perché che da sempre mi hanno affascinato. Non importa se Vinca e se Perda, sarebbe solo un attestato o un premio da appendere nella mia stanza (anche se nella mia stanza ci starebbe BENE!!!), l’importante è che abbiamo appreso e che possiamo ora agire su alcune cose più coscienziosamente, durante i dibattiti sull’argomento. Io ho comunque 13 anni, e anche se non sembra sono ancora una bambina e come ogni bambina fa, io cerco in ogni cosa di DIVERTIRMI, indipendentemente dal risultato che otterrò. Non sono sicura se leggerete queste poche righe o se mi eliminerete: l’importante e’ che sappiate che a questo concorso ho partecipato per il solo scopo di DIVERTIRMI”.
Sono parole che colpiscono come se arrivassero da un universo sconosciuto, diverso da quello di bulli e pupe che riempie le cronache dei giornali. È l’universo degli adolescenti che non si riconoscono nel “modello Moccia”. Che cercano stimoli sempre nuovi e pretendono che sia la scuola la palestra dove allenare i muscoli del pensiero. Arduo compito a cui la scuola non può sottrarsi: deve saper stare al passo con i tempi e trovare le strade giuste per stimolare culturalmente, distogliendo i giovanissimi dall’appiattimento e dalla banalità dei reality tv. “Nelle parole di questa ragazza – commenta Roberto Buonanno, presidente della Società Astronomica Italiana – i nostri motivi per continuare a impegnarsi in queste attività, come le Olimpiadi dell’Astronomia, che sono fra le poche dedicate al futuro dei nostri ragazzi”.