Apre oggi al Museo regionale di scienze naturali di Torino una doppia mostra dedicata al più grande acceleratore di particelle del mondo, alla sua tecnologia, alla fisica delle particelle e alla storia dell’Universo.
ARTE, MUSICA & SPETTACOLI -La grande impresa della costruzione, l’attesa e l’eccitazione degli scienziati, il guasto, la ripresa e il primo eccezionale esperimento, con lo scontro di protoni a 7 TeV: da un paio di anni a questa parte LHC, il più grande acceleratore di particelle al mondo, è decisamente al centro dell’attenzione di chiunque si interessi di scienza. Per conoscerlo ancora meglio, per saperne di più sui misteri dell’Universo che si propone di indagare e per cogliere i collegamenti tra la tecnologia degli acceleratori e molte applicazioni comuni nella vita quotidiana basta una gita. Al Museo regionale di scienze naturali di Torino dove oggi, 14 aprile, si inaugura una grande mostra – anzi, una doppia mostra – dedicata proprio a LHC, alla fisica delle particelle, all’osservazione dell’infinitamente piccolo, alla storia dell’Universo.Un titolo unico, Esploratori dell’Universo. Viaggio nel cuore della materia, per due percorsi espositivi intrecciati tra loro, a costituire una ricca anticipazione di uno dei grandi eventi scientifici del 2010: ESOF, il forum internazionale di ricerca scientifica e innovazione tecnologica in programma nel capoluogo torinese dal 2 al 7 luglio prossimi.
Si comincia con l’esposizione L’invisibile meraviglia, costruita attorno ad alcune installazioni video di grande impatto e realizzata dall’Istituto nazionale di fisica nucleare in collaborazione con l’Università di Torino e la Fondazione Tera. All’ingresso si è accolti da una e vera propria doccia di raggi cosmici, per iniziare a prendere confidenza con le particelle elementari della materia e con la loro scoperta. Da qui si passa in un locale che rappresenta una sorta di “microscopio dell’infinitamente piccolo”, in cui proiezioni e installazioni interattive permettono di “vedere” l’antimateria, scoprire l’esistenza di altre dimensioni, scattare foto dei primi istanti dell’Universo. Punto di forza di questa sezione è una sorta di “acceleratore fatto con le mani”, un’installazione video interattiva che permette di far collidere le particelle muovendo le mani (immagine di apertura).
L’esposizione dell’Infn prosegue con una seconda parte dedicata alla tecnologia degli acceleratori di particelle e alle loro applicazioni più comuni (per esempio in medicina, nella terapia contro i tumori o nell’imaging, oppure nell’analisi di opere d’arte) e alla comunità di ricercatori che lavorano con questi strumenti. La comunità è “ospitata” in un minianfiteatro sulle cui pareti sono proiettate videointerviste a scienziati di fama e giovani ricercatori.
In realtà, giunti alla parte sugli acceleratori il percorso espositivo devia e introduce alla seconda mostra, un’esposizione itinerante realizzata dal Cern e intitolata La scienza accelera. In pratica, un doppio “focus” su LHC e sull’evoluzione dell’Universo raccontata a ritroso, da oggi al Big Bang. E se l’approccio storico di questa sezione può forse apparire tradizionale, di nuovo non lo sono i mezzi comunicativi utilizzati: giochi interattivi, proiezioni, animazioni. Insomma: la grande anticipazione fisica di ESOF promette bene. Se andate a vederla, fateci sapere che ne pensate!