Da quando all’osservatorio di Ginevra il dottorando Didier Queloz e il suo supervisore di tesi Michel Mayor, hanno scoperto il primo pianeta attorno a 51 Pegasi nel lontano 1995, ne sono trovati 454. All’apparenza, tutti regolari. Ruotavano su se stessi nello stesso senso della rispettiva stella. Ma oggi un altro dottorando, Amaury Triaud che fa la tesi con Didier Queloz, ha lanciato “una bomba nel campo degli esopianeti”, per dirla con parole sue, nonché nel National Astronomy Meeting in corso a Glasgow. Proprio come Didier a Firenze 15 anni fa.
Dalle osservazioni con i telescopi europei di La Silla, in Cile, e calcoli successivi, risulta che sei esopianeti caldi, gassosi e giganti come Giove, di cui due scoperti di fresco, sono “retrogradi”: girano all’incontrario. Uno passi, è l’eccezione che conferma la regola. Due, ancora ancora. Ma sei, come dice il comunicato dell’Osservatorio Meridionale Europeo, “mettono sottosopra” la teoria sulla formazione dei sistemi solari a partire da polveri e gas che s’aggregano sul piano di rotazione della stella “madre”, seguendone il movimento. Come ci sono arrivati quelli che vanno contro mano?
.
Cacciare esopianeti era diventato una routine, pareva che potesse farlo in automatico il telescopio spaziale Kepler. Insomma una novità ci voleva o i cacciatori a terra rischiavano di finire disoccupati. Però ai lettori di fantascienza come lui, Didier Queloz segnala che questa ha un effetto collaterale. La massa e la forza di gravità esercitata dai giganti gassosi retrogradi avrebbe “spazzato via” pianetucoli di roccia simil-Terra: da quelle parti c’è poca speranza di trovarne uno abitato da E.T. Sigh…
***
L’enciclopedia degli esopianeti, ancora da aggiornare.