Il secondo principio della termodinamica serve anche a risolvere problemi di cuore
Delle riviste del gruppo Public Library of Science che pubblicano ricerche serie e gratuite per chi legge, PLoS One è la più aperta alle ipotesi nuove. Lo è senz’altro quella di José-Manuel Rey dell’Universidad Complutense, a Madrid, finanziata in parte dal Ministero per la Scienza e l’Innovazione e intitolata “Mathematical model of sentimental dynamics account for marital dissolution”.
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Per rendere durevole un rapporto sentimentale, ha calcolato l’autore, “l’amore non basta, serve uno sforzo” . Il livello del sentimento iniziale (E, nella figura ) infatti, è molto più elevato del suo livello di stato stazionario e dopo un tempo t si genera un “gap di sforzo”. Identificato il punto (A) in cui aggiungere ogni tanto energia nel rapporto per farlo tornare in (E) grazie alla teoria del controllo ottimale, una soluzione di equilibrio si trova ed è praticabile, scrive l’autore,
quando è ammissibile e il gap di sforzo è confortevole.
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Tuttavia secondo Ken Shirrif, un matematico della Sun Microsystems, il Prof. Rey avrebbe sbagliato i calcoli e per salvare un matrimonio in difficoltà sono più validi i modelli dinamici non lineari di John Goodman et al. nel classico The Matematics of Marriage (MIT Press, 2003).
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Questo post vuol essere un piccolo omaggio al grande Martin Gardner che ci mancherà molto.