Durante delicate operazioni al cervello il paziente viene mantenuto vigile per poter rispondere alle domande del medico (attenzione nel video sono visibili frammenti di un’operazione al cervello)
LA VOCE DEL MASTER – Non è una tortura, anche se può ricordare il peggiore degli incubi. Il paziente si trova disteso sul lettino della sala operatoria e parla con medici e infermieri intorno a lui, mentre il chirurgo taglia con il bisturi il cervello.
Questa moderna tecnica di neurochirurgia è nata all’estero e da qualche anno è presente anche in Italia.Viene impiegata principalmente per asportare tumori benigni, attraverso operazioni chiamate awake surgery, ma il paziente sveglio può essere utile anche in operazioni di stimolazione profonda per controllare i sintomi del Parkinson o la distonia, cioè i movimenti involontari. Sono allo studio anche futuri trattamenti dell’epilessia o di malattie psichiatriche quali depressione grave o sindrome ossessivo-compulsiva.
Se il paziente è sveglio ha un ruolo fondamentale nell’operazione, guidando la mano del chirurgo ed evitando danni permanenti al cervello. Ci spiega perché è così importante il Dottor Michele Alessandro Cavallo, direttore dell’unità operativa di neurochirurgia all’ospedale Sant’Anna di Ferrara.
Ascolta l’intervista a Michele Alessandro Cavallo