LA VOCE DEL MASTER

La scommessa di Masud

Ascolta l’intervista a Masud

Nell’era del web 2.0 e dei social network, dove sembra difficile stare al passo con le novità tecnologiche, un ragazzo emigrato dal Bangladesh cerca di sopravvivere in Italia attraverso un internet point costruito con mezzi di fortuna

LA VOCE DEL MASTER – «Per arrivare in Italia ho venduto la terra e la casa della mia famiglia per 6000 dollari, ho promesso a mio papà che un giorno avrei ricomprato una casa più bella e più grande» sono le parole di Masud, arrivato a Trieste dal Bangladesh a 17 anni per cambiare vita.

Un viaggio durato un anno nel quale ha visto morire per strada molti ragazzi come lui, poi quell’ultimo confine da varcare alle cinque di mattina e finalmente in Italia. Preso dalla polizia viene affidato ad una comunità per minori migranti dove rimane per circa otto mesi. Dal 2000 al 2006 riesce a lavorare in un’importante azienda triestina ma la tubercolosi lo costringe a perdere il lavoro e a ripartire dalla strada.

Masud fa di tutto pur di non tornare nel suo paese, fino a tentare, due anni fa, una carta diversa: «I ragazzi extracomunitari come me hanno bisogno di chiamare la loro famiglia – spiega – e hanno bisogno di farlo senza pagare troppo, così ho deciso di aprire con un mio amico un internet point». Così, recuperando in giro per la città mobili, sedie, vecchi computer ormai fuori moda e il necessario per costruirsi da solo le cabine telefoniche, è iniziata la scommessa di Masud.

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