FUTURO – Nel suo libro Preda (Garzanti, 2003), il “profeta” Michael Crichton immaginò uno scenario in cui, amalgamando biologia, nanotecnologia e informatica, la nostra concezione di Vita sarebbe stata messa in discussione dall’emergere di creature artificiali. Queste creature, postulava Crichton, per sopravvivere e evolversi non avrebbero avuto bisogno di grandi capacità analitiche, ma piuttosto la loro intelligenza sarebbe stata basata su poche, essenziali istruzioni, identiche per tutti gli individui, che permettessero loro una forma di cooperazione totalmente inconscia: è quella che si definisce “Intelligenza di sciame”.
Siamo ancora lontani dai raffinati, e non del tutto innocui, nanorobot immaginati dallo scrittore e regista (scomparso prematuramente nel 2008), ma questo campo di ricerca è in furiosa evoluzione.
Infatti, lo stesso giovane ingegnere, Mirko Kovac, che recentemente ci ha stupito con la sua cavalletta-robot, ora presenta sul Journal of Micro – Nano Mechatronics assieme al collega Jürg Markus Germann del Laboratorio per i sistemi intelligenti dell’Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna (EPFL), un semplice meccanismo che, applicato in cima a un piccolo aliante, gli permette di ancorarsi a qualunque superficie e successivamente di sganciarsene, senza complicate e pericolose manovre di atterraggio. Il funzionamento lo potete vedere nel video riportato di seguito, assieme a uno sull’insolita cavalletta.
Il dispositivo, con poche modifiche, può essere applicato a qualunque tipo di robot di piccole dimensioni, spesso ispirati agli insetti, e ha l’enorme vantaggio di usare pochissima energia. Una volta raggiunto l’obiettivo, ad esempio una zona contaminata inaccessibile all’uomo, i robot possono rimanere appollaiati da qualche parte, trasmettere i dati raccolti da vari sensori, e poi riprendere l’esplorazione.
Ma per ottenere risultati, bisogna pensare su larga scala, e il ricercatore, ora alla fine del suo dottorato, immagina sciami delle sue creature a spasso nelle zone più inospitali del pianeta.
” Non stiamo ciecamente imitando la natura –spiega Kovac– ma usando gli stessi principi per eventualmente migliorarla.”
“Stabilire semplici regole comportamentali, come saltare, volare e appollaiarsi, permette di coordinare movimenti complessi senza ricorrere a grandi risorse computazionali.”