CRONACA

Gli “Sherlock Holmes” della paleontologia

Ascolta l’intervista integrale a Marco Avanzini

NOTIZIE – Quante cose si possono scoprire da un’impronta? Parecchie, anche se è vecchia di milioni di anni. Marco Avanzini e gli altri ricercatori del Museo Tridentino si Scienze Naturali partendo da tre orme fossili scoperte di recente in una galleria nel Monte Buso (massiccio del Pasubio) hanno confermato quello che fino ad oggi era solo un sospetto: nel Giurassico l’area che oggi vede svettare le maestose cime dell’arco alpino non era mare aperto, più probabilmente si trattava di terra emersa dove  i Dilofosauri (gli autori delle impronte), dinosauri carnivori di 7-8 metri di lunghezza, camminavano all’asciutto. E non basta: a differenza di quanto si credeva la piattaforma continentale sulla quale sorge oggi Tento non era connessa alla piattaforma africana, ma a quella eurasiatica.

Come è stato possibile scoprire tutto questo da poche impronte lo abbiamo chiesto a Marco Avanzini, “icnologo” del Museo Tridentino di Scienze Naturali, fra gli autori della scoperta.

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.