Benoît Mandelbrot ci ha lasciati la scorsa settimana. Ma la sua eredità resterà nei luoghi più impensati della nostra vita quotidiana
NOTIZIE – La notizia non è freschissima, ma OggiScienza non è precisamente un quotidiano d’assalto, per cui spero che i lettori perdoneranno il colpevole ritardo. A questo poi va aggiunto che personalmente odio scrivere coccodrilli, hanno qualcosa di opportunistico che mi urta. Detto questo bisogna anche ammettere che Benoît Mandelbrot, che ha lasciato questa vita terrena giovedì 14 ottobre scorso, è stato un personaggio (oltre che amabile) assolutamente fondamentale nello sviluppo della matematica e della geometria del secolo scorso. Ricordare il suo lavoro di scienziato è dunque doveroso.
Mandelbrot è l’inventore (o lo scopritore?) dell’equazione frattale più nota: il set di Mandelbrot, appunto. Viene da tutti ricordato come il padre fondatore della geometria frattale, la branca della matematica che descrive l’ordine (non sempre percepibile) dietro alla natura. I frattali infatti sono nascosti dappertutto, dai cavolfiori alla forma dei vasi sanguigni. Che cos’è un frattale? È una forma geometrica che a qualsiasi scala (che la si guardi da lontano o da vicinissimo) rimane sempre esattamente uguale. Non è immediato capire come ma queste equazioni sono utili in tantissimi campi: per comprendere il tempo atmosferico, l’andamento del traffico urbano, i terremoti, l’archiviazione dei file nella memoria del computer e via dicendo.
Una curiosità: la frase che da il titolo a questo post è di Mandelbrot stesso, che ha ammesso di aver passato la propria vita a ravanare nella spazzatura della scienza cercando disposizioni frattali, e trovandole nei posti più impensati.
Vi lascio con un talk che Mandelbrot ha dato su TEDtv solo qualche mese prima della sua dipartita. Guardatelo, ne vale la pena (qui lo trovate anche con i sottotitoli).