Una nuova datazione toglie ai nostri estinti cugini la paternità su alcuni manufatti a loro precedentemente attribuiti
NOTIZIE – I Neanderthal negli ultimi anni si sono rifatti il look. Non più bruti e un po’ stupidi, ma capaci di comportamenti moderni, come per esempio quello di creare oggetti dal valore simbolico, come gli ornamenti personali. Una delle scoperte che hanno rivoluzionato il nostro punto di vista su nostri scomparsi cugini ora viene però messa in dubbio da una nuova datazione al radiocarbonio.
La “Grotta della renna” , un sito nei pressi di Arcy-sur-Cure, in Francia, è famosa per essere stata scavata fra il 1949 e il 1963 dall’archeologo francese André Leroi-Gourhan, che vi ha rinvenuto 15 strati archeologici diversi. Leroi-Gourhan ha attribuito gli strati più bassi ai Neanderthal e quelli superiori ai Sapiens moderni. Gli strati intermedi, che comprendevano numerosi pregevoli artifatti, sono stati attribuiti alla cultura Chatelperroniana, che secondo molti esperti è un prodotto dei Neanderthal.
Il nuovo studio pubblicato su PNAS “rimescola” letteralmente tutto. Secondo la nuova datazione al radiocarbonio infatti lo strato superiore risalirebbe a circa 35.000 anni fa, ma gli strati intermedi invece variano fra 21.000 anni (quando i Neanderthal erano estinti da lungo tempo) a 49.000 anni orsono. Circa un terzo delle date rilevate da Thomas Higham e colleghi dell’Università di Oxford erano fuori dal periodo che ci si aspettava.
Secondo il team inglese questo significa che gli strati si sono rimescolati, rendendo in questo modo impossibile l’attribuzione certa degli artifatti ai Neanderthal. Ora la datazione della grotta va studiata a fondo. Tutto da rifare insomma